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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2010 alle ore 08:03.
MADRID. Dal nostro corrispondente
Rigore sì, ma soprattutto sviluppo. Ciò che preme agli imprenditori europei, riunitisi ieri a Madrid con il gruppo "Businesseurope", è di spingere sull'industria, vero motore della crescita dell'economia, con politiche integrate e coordinate che rafforzino la competitività e nello stesso tempo riducano il gap esistente (e quindi i rischi di crisi come quello della Grecia) tra i diversi paesi del Vecchio continente. Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria e vicepresidente della confederazione europea, non ha alcun dubbio: la terza fase della costruzione europea, fortemente raccomandata dagli imprenditori a tutti i paesi Ue, è proprio quella della maggiore integrazione delle diverse economie e quindi di una politica industriale forte, come motore della crescita.
Un salto nel passato? No, un passo importante verso il futuro, nella consapevolezza che già oggi il 50% del Pil europeo proviene dal settore manifatturiero e che se si intravede un accenno di ripresa, lo si deve all'export e alla produzione industriale. Non a caso Marcegaglia ha sottolineato ieri che anche l'Inghilterra, il paese che negli ultimi 30 anni più si è votato al settore servizi, sta facendo marcia indietro e sta finanziando l'industria. Mentre la Confindustria ha spinto perché il "Businesseurope" adottasse un documento "Integrated industrial policy for Europe" per il rilancio del manifatturiero e il coordinamento delle politiche di crescita attraverso la ricerca, l'innovazione e gli investimenti in infrastrutture. Obiettivo: arrivare a una crescita del Pil del 2% l'anno per i prossimi 5 anni.
Tutto ciò non va disgiunto dal rigore dei conti pubblici e dalle necessarie riforme strutturali (lavoro e pensioni soprattutto), che sono alla base per una corretta gestione delle politiche budgetarie, monetarie e di sostenibilità dell'Ue. È in questa logica che il "Businesseurope", al termine di due giorni di lavoro, ha redatto ieri un documento "Dichiarazione di Madrid" molto duro per quel che riguarda il richiamo degli imprenditori al rigore dei governi della zona euro nelle politiche di bilancio.