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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2010 alle ore 09:13.
L'ora della verifica scocca giovedì 17 alle 8,30: sessanta minuti per i test a risposta multipla di italiano e altrettanti per quelli di matematica predisposti dall'Invalsi, l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. Dopo le 12 via libera alla correzione in base alle griglie disponibili online. Lo scoglio più temuto per i 575mila ragazzi alle prese da domani con gli esami di terza media è proprio questo: il "quizzone". Dove – secondo le istruzioni diramate dal ministero – sono banditi vocabolario e calcolatrice e, neanche a dirsi, il computer. Via i cellulari (anche i professori devono spegnerli...), i palmari e tutto quanto può essere di "aiuto".
Solo i fogli, la penna e i quesiti. Che però non sono più un optional. Partiti sperimentalmente nel 2007-2008, ora i test si sono trasformati in una vera e propria prova nazionale che si aggiunge a quelle classiche – lunedì c'è il tema – e da quest'anno fanno media aritmetica per il voto di licenza.
Il "quizzone", dunque, avrà un bel peso e renderà difficile ottenere il massimo dei voti, anche se, all'origine, era nato con lo scopo di verificare in modo omogeneo i livelli di apprendimento in tutta la penisola. Un tentativo di arginare le cattive performance della scuola secondaria di primo grado segnalate più volte dalle rilevazioni internazionali Pisa-Ocse e insieme una modalità per cercare di armonizzare gli insegnamenti nelle diverse aree del paese e misurarne i risultati.
Come si vede (in piccolo: 12 e 22 i minuti a disposizione) dagli esempi riportati qui sotto elaborati da Alpha Test, per italiano si tratta di domande per verificare le capacità di comprensione e lettura e di quelle grammaticali, di analisi logica e del periodo. Per matematica, invece, i quesiti si focalizzano sui numeri, la geometria e le espressioni. Il ministero dell'Istruzione sceglie tra quelli messi a punto dall'Invalsi, che poi produce le griglie di correzione e controlla gli esiti.
Non senza polemiche. È dello scorso anno la querelle sui risultati, che rilevavano inizialmente come migliori gli studenti del sud rispetto a quelli del nord; risultati poi ricalcolati e ribaltati a favore delle scuole del settentrione con un complesso (e discusso) metodo statistico atto a rilevare gli indebiti "suggerimenti" forniti ai ragazzi o le copiature di massa.