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Credito al consumo in panne

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2010 alle ore 08:03.


Mutui e credito al consumo meno peggio in Italia che nell'area euro: nei primi mesi dell'anno, infatti, lo stock dei mutui in Italia è sempre cresciuto, mentre nell'area euro si è contratto fino a toccare il -2%. Il trend più negativo rimane quello della Spagna dove, non a caso, vi sono 600mila abitazioni invendute; calma piatta anche per la Germania.
Positiva, invece, la performance per il credito al consumo in Italia, ma ovviamente non alla velocità del passato. Il grande malato resta la Spagna, dove si è registrato un calo significativo dello stock anche nei primi mesi del 2010, con variazioni superiori al -7% a febbraio 2010. Male anche Germania e Francia, con trend che rimangono in territorio negativo.
Più in dettaglio, dalle elaborazioni effettuate da Crif Decision Solutions sulla base dei dati delle Banche centrali europee, è emerso che gli andamenti nei principali paesi europei risultano differenti soprattutto nel segmento dei prestiti alle famiglie, dove la Spagna è in caduta libera e la Francia tenta una timida reazione in terreno negativo; l'area euro nel complesso è schiacciata sulla crescita zero. Da notare che, in genere, lo stock (cioè l'ammontare complessivo dei crediti erogati) si muove, con uno scarto temporale, solo dopo le variazioni delle nuove erogazioni (i flussi).
In Spagna e Germania il mercato dei mutui è praticamente rimasto fermo anche nei primi mesi del 2010, mentre l'area euro è decisamente in picchiata. E il futuro non promette nulla di buono: vicino alla bolla la situazione spagnola, i prezzi delle abitazioni si sono assestati al ribasso, in un biennio, di un buon 20% e le banche hanno i portafogli stracolmi d'immobili, stimati in oltre 50 miliardi di euro. Inoltre ci sono 380mila case in via di costruzione e 520mila abitazioni di seconda mano in vendita. I crediti non performing, cioè con ritardo di pagamento di 3 mesi o più, sono arrivati al 7,5 per cento. In Germania e Francia le quotazioni del residenziale hanno perso nel 2009 tra il 4 e il 6 per cento.
«Per quanto riguarda il mercato del credito – osserva Daniela Bastianelli, senior analyst di Crif Decision Solutions – l'irrigidimento, quasi generalizzato, dell'offerta europea è stato determinato dai requisiti patrimoniali in erosione e dal peggioramento di tutti gli indicatori di rischio». Infatti, in termini di flussi, cioè di nuove erogazioni, nel 2009 i mutui immobiliari sono scivolati di quasi il 10%% a 5,5 miliardi e il credito al consumo dell'11,3% a 55,4 miliardi.

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«Nel segmento delle famiglie consumatrici – aggiunge Bastianelli – le consistenze del credito al consumo (lo stock, ndr) hanno registrato un aumento solo negli ultimi mesi del 2009 e una sostanziale tenuta nei primi mesi dell'anno in corso, con un +4,3 per cento. Per i mutui, invece, il trend di crescita risulta più netto e vicino al +8 per cento».
Anche la voce "altri prestiti" – che comprende i fidi, gli scoperti di conto e i mutui per ristrutturazione – ha avuto una buona ripresa, facendo segnare un incoraggiante +7,7% a febbraio 2010. I dati di Crif sul tasso di default dei mutui (cioè l'indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell'ultimo anno di rilevazione) indicano uno sviluppo sostanzialmente contenuto: 1,8% a settembre 2009 rispetto all'1,6% dell'anno precedente. Il trend è però più sostenuto nel credito al consumo: a settembre 2009 segnava un tasso del 3,1%, in netta crescita rispetto al 2,5% di un anno prima.
E per il futuro in Europa? L'incertezza sulla sostenibilità dei debiti sovrani e le manovre correttive varate nei grandi Paesi (Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna e Italia) rischiano di bruciare i primi germogli di ripresa. «I tassi di disoccupazione – conclude Bastianelli – e la contrazione dei redditi delle famiglie agiscono direttamente sui flussi. E credo che ci saranno ricadute anche quando la ripresa riprenderà il largo: sarà una ripresa con pochi occupati».
Sull'immobiliare residenziale il "The royal institution of chartered surveyors" ha previsto che un numero significativo di paesi europei dovrebbe ripartire entro il 2010, grazie anche ai bassi tassi d'interesse. Del resto già l'anno scorso i prezzi delle abitazioni della Norvegia sono cresciuti del 12% e in Svezia e in Finlandia del 7/8 per cento. In Gran Bretagna solo dell'1%, ma +10% dal minimo di aprile. Austria, Svizzera e Portogallo, invece, non hanno subìto tagli dei prezzi.
e.scarci@ilsole24ore.com

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