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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2010 alle ore 19:22.
Una legge bipartisan a costo zero, ma con un forte valore simbolico: cominciare a mettere in pratica l'equiparazione delle opportunità tra uomini e donne in termini di cura della famiglia e quindi di opportunità di lavoro. La proposta è stata incardinata in commissione con la presentazione di due progetti diversi, destinati, probabilmente già questa settimana a confluire in un unico disegno di legge. Barbara Saltamartini (Pdl) e Alessia Mosca (Pd) sono le due firmatarie.
«L'idea è quella di arrivare ad approvare questa legge il prima possibile», dice Barbara Saltamartini. Denominatore comune dei due progetti: rendere il congedo di paternità obbligatorio per almeno quattro giorni. «La mia proposta - racconta la deputata Pdl - si articola su quattro pilastri: prevedere l'obbligatorietà del congedo di paternità; innalzare la retribuzione per il congedo di maternità e paternità obbligatorio dall'80 al 100%; modificare la legge 53 del 2000 introducendo la possibilità per le donne in congedo di maternità di partecipare a corsi di formazione e a concorsi pubblici; prevedere per le aziende che, dopo il periodo di sostituzione, assumano, uno sgravio fiscale del 50% per il primo anno». I punti simili all'altra proposta, quella di Alessia Mosca (Pd) sono i primi due. «Sì, salvo piccoli dettagli. Per esempio, io chiedo che il congedo di paternità possa essere goduto nei primi tre mesi di vita del bambino, la collega privilegia i primissimi giorni dalla nascita, ma si tratta di rifiniture».
«Sui congedi di paternità non c'è nessuna differenza», sottolinea Alessia Mosca. Che considera le altre idee contenute nella proposta Pdl «ottime, migliorative rispetto alla legge vigente». Unico handicap: il fatto di essere molto costose. «Il tentativo attuale -dice la deputata Pd - sarà quello di inserire nel testo condiviso tutte le parti a oneri zero o limitati, per ovviare a vincoli bilancio». È chiaro che non basteranno quattro giorni a cambiare l'organizzazione di vita di una famiglia. Ma «abbiamo visto - chiarisce Alessia Mosca - che in altri paesi, come il Portogallo, quello che si produce è un cambio culturale. Perché dopo l'inserimento obbligatorio di questi giorni i padri sono passati, nell'utilizzo dei congedi facoltativi, da una percentuale del 2% al 22%». I costi? «Praticamente inesistenti, perché i quattro giorni sono remunerati al 100% ai padri, a carico del datore di lavoro. E non è certamente un onere gravoso, trattandosi di quattro giorni una volta nella vita, in un paese come il nostro dove il tasso di natalità è dell'1,24%».