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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2010 alle ore 19:31.
I sindacati dei marittimi greci tengono in "ostaggio" da sei giorni due navi cargo italiane nel porto greco di Corinto a causa una protesta sindacale che esige l'assunzione di 34 marinai locali su 64 totali delle due navi. La compagnia italiana Adriatic Lines ha chiesto al governo socialista di George Papandreou di «porre fine al più presto possibile» e senza condizioni al «blocco illegale» che le sta provocando ingenti perdite.
In un duro comunicato, la Adriatic Lines si dice disponibile a partecipare ad un incontro cui è stata invitata dal ministero dell'Economia e della marina mercantile per cercare di risolvere la qurelle, ma sottolinea che esiste un'ingiunzione di un tribunale greco «che non è stata eseguita» e ribadisce che non intende negoziare nulla con il sindacato dei marittimi, il Pno, ma di essere pronta unicamente a stabilire un'agenda per «porre fine al blocco illegale». E chiede inoltre la presenza di rappresentanti delle ambasciate italiana e britannica (le navi battono bandiera britannica).
Secondo la compagnia, il blocco «contravviene uno dei principi fondatori della Ue, vale a dire il libero movimento delle merci, dei servizi e del lavoro tra i paesi dell'Unione». L'ambasciata italiana di Atene sta seguendo da vicino gli sviluppi in contatto con quella britannica ed è eventualmente pronta a fornire un contributo alla soluzione della intricata vicenda.
Le due navi Ropax 1 e Ropax 2, che battono bandiera britannica e hanno equipaggio romeno, stavano salpando da Corinto in direzione di Ravenna, la loro rotta abituale, quando sono state bloccate nei giorni scorsi da esponenti del sindacato Pno. Questo, secondo l'avvocato greco della compagnia, Michael Markoulakos, ha chiesto che una parte dei marinai a bordo delle due navi, ciascuna delle quali ha un equipaggio di 32 persone, siano sostituiti da greci.
La Adriatic Lines ha ottenuto un'ingiunzione da parte di un tribunale affinché‚ le navi potessero partire, ma la decisione, afferma non è stata fatta applicare dalle autorità. L'episodio si inquadra nel tentativo di riforma annunciato dal governo di liberalizzare le tratte domestiche verso le isole ma i sindacati si oppongono a questa modifica e hanno costretto un mese fa un migliaia di passeggeri della nave Zenit a non imbarcarsi e a trascorrere una notte ad Atene. Solo il giorno successivo la nave ha portuto salpare dal Pireo e dirigersi verso le coste croate.