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Israele studia alleggerimento del blocco su Gaza. Fini: piena luce sul blitz

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 17:17.

Israele studia alleggerimento del blocco su Gaza. Il gabinetto di sicurezza israeliano si è riunito questa mattina per discutere dell'alleggerimento dell'embargo imposto da quattro anni alla Striscia di Gaza dopo le pressioni della Comunità internazionale. Intanto un gruppo turco pro palestinese ha annunciato che è pronto a inviare un'altra flottiglia con aiuti umanitari sfidando il blocco israeliano. A Roma, Gianfranco Fini ha incontrato il vice ministro degli Esteri israeliano, Daniel Ayalon, e ha chiesto di fare piena luce sul blitz contro la flottiglia. Mentre a Strasburgo il capo della politica estera Ue Catherine Ashton ha riferito al Parlamento della situazione di Gaza e del raid israeliano.

Fini incontra il vice ministro degli Esteri israeliano. «Il cordiale incontro - si legge in una nota dell'ufficio stampa di Montecitorio - è stato incentrato su un approfondito scambio di vedute sulla situazione nella regione medio-orientale, con particolare riferimento al processo di pace, anche nella prospettiva della visita del Presidente Fini in Israele e in Cisgiordania la prossima settimana». In relazione al grave incidente della Freedom Flotilla in navigazione verso Gaza del 31 maggio scorso, il Presidente Fini ha espresso apprezzamento per l'iniziativa del Governo israeliano di assicurare la presenza di esperti internazionali, nelle persone del Premio Nobel per la Pace irlandese, David Trimble, e del canadese Ken Watkin, nella «Commissione pubblica indipendente» istituita per condurre un'indagine sulle circostanze e sulle responsabilità che hanno portato all'incidente. Al riguardo, il Presidente Fini - conclude la nota - ha auspicato che la Commissione possa fare presto piena luce sui fatti del 31 maggio, come già indicato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dal Consiglio dell'Unione Europea.

Una lista di prodotti per Gaza. In Israele i quindici ministri del governo Netanyahu stanno esaminando esaminare un elenco di nuovi prodotti che dovrebbero essere autorizzati ad entrare a Gaza e sul via libera ad alcuni progetti Onu per la costruzione di scuole e altri edifici pubblici, a vantaggio dei profughi della Palestina. In compenso, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha segnalato che il blocco marittimo attorno alla zona franca palestinese resterà in vigore. Secondo il capo del governo israeliano, questa misura è indispensabile per impedire a Gaza di "diventare un porto iraniano" di approdo per armi e missili da utilizzare contro Israele.

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Il blocco su Gaza da 4 anni. Israele ha imposto un blocco al territorio palestinese nel giugno 2006 dopo la cattura da parte di un commando palestinese di Gilad Shalit, il soldato dello Stato ebraico ancora detenuto da Hamas. Le autorità israeliane hanno poi deciso di rafforzare questo blocco nel giugno 2007 dopo la l'assunzione con la forza del controllo di Gaza da parte del movimento radicale palestinese. I materiali di costruzione come tubature, cemento e ghiaia sono stati sottoposti al blocco e non possono essere introdotti nella Striscia. Secondo Israele, le tubature possono servire a fabbricare razzi, mentre cemento e ghiaia possono essere utilizzati da Hamas per costruire "bunker".

Blitz militare. Dall'incursione israeliana del 31 maggio contro una flottiglia umanitaria internazionale diretta a Gaza, nella quale nove civili hanno perso la vita, Israele è sottoposto a forti pressioni internazionali per ridurre il suo embargo contro il territorio palestinese dove la maggioranza della popolazione (i residenti totali sono 1,5 milioni) dipende dagli aiuti stranieri. Già nei giorni scorsi il premier Benyamin Netanyahu ha dichiarato che Israele insiste nell'impedire l'ingresso a Gaza di armamenti, ma non si oppone che vi vengano inoltrate maggiori quantità di aiuti umanitari e di prodotti commerciali. Di norma, Israele autorizza l'ingresso a Gaza di circa 100 camion al giorno. In un'intervista alla radio militare il ministro Yitzhak Herzog ha previsto che nella seduta odierna sarà approvato un aumento «molto importante» nella varietà di generi che da adesso sarà possibile trasportare nella Striscia. Il ministro ha aggiunto che il blocco marino resterà comunque in vigore e che le merci straniere dirette a Gaza anche in futuro dovranno essere scaricate ed ispezionate nel vicino porto israeliano di Ashdod. Questo provvedimento, ha precisato, rientra peraltro negli accordi di cooperazione economica fra Israele e Anp.

Una seconda flottiglia a metà luglio. «Nella seconda metà di luglio» una seconda «flottiglia per Gaza» potrebbe mettersi in movimento verso le coste del territorio palestinese con l'obiettivo di infrangere il blocco israeliano e consegnare aiuti umanitari alla popolazione palestinese locale. Lo ha confermato in una conferenza stampa al parlamento europeo il portavoce della Campagna europea per la fine del blocco a Gaza, Mazen Kahel. «Abbiamo sei imbarcazioni già pronte a lasciare l'Europa, speriamo di riuscirci il mese prossimo, nella seconda metà di luglio», ha detto Kahel, la cui organizzazione ha già partecipato alla missione di maggio, bloccata dal blitz della marina israeliana che si è concluso con la morte di nove civili. «Pensiamo che questa seconda flottiglia sarà più importante della precedente», ha precisato Kahel, che ha parlato su invito dell'europarlamentare laburista britannico Richard Howitt. «D'altronde siamo aperti alla partecipazione di altri e soprattutto invitiamo il mondo intero a venire a verificare, nella più grande trasparenza, la composizione del carico che noi imbarcheremo», ha dichiarato il coordinatore del gruppo.

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