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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 08:36.
La mattina di domenica 30 gennaio 1972, per le vie di Londonderry, città dell'Ulster irlandese, era stata organizzata una marcia pacifica per i diritti civili. Il primo battaglione del reggimento paracadutisti dell'esercito britannico sparò sui manifestanti, uccidendone 13 e ferendone altri 14, di cui uno morì qualche giorno dopo. I soldati si giustificarono affermando che i manifestanti colpiti erano armati, fatto che fu duramente smentito dai testimoni e dai familiari delle vittime.
I fatti del "Bloody Sunday", la domenica di sangue, spinsero centinaia di nuovi volontari ad associarsi all'Ira, l'Irish Republican Army, e il 1972 si chiuse come l'anno più duro per la resistenza nordirlandese, con circa 500 vittime fra secessionisti e unionisti.