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Bossi e la manovra: «Aiutiamo le regioni virtuose»

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 08:03.

ROMA - Dopo l'apertura del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sui tagli alle regioni, ora c'è anche il cauto via libera da Umberto Bossi: «Il no delle regioni sulla manovra è un bel problema. Bisogna fare in modo di aiutare le più virtuose. Stasera incontrerò Tremonti. È difficile ma credo che qualcosa si possa fare». Qualcosa «inizia a muoversi», commenta il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, e anche il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, si dice certo che alla fine «si possa trovare un'intesa».

Un primo elemento di confronto con le regioni – ha spiegato il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto intervenendo a Radio 24 – potrebbe essere costituito dall'art.14 della manovra dove sono indicate delle tabelle con alcune spese. «Si potrebbe concordare un percorso – ha detto Fitto – lasciando libertà di scelta e decidendo insieme entità e modalità degli interventi con le regioni». Si potrebbe anche ragionare – ha aggiunto – sui fondi Fas «dove c'è molta spesa pubblica» o sulle società partecipate «che costituiscono un'altra voce su cui riflettere per migliorare i conti».
Per il vice ministro all'Economia, Giuseppe Vegas, potrà essere valutata l'eventuale rimodulazione degli interventi «in particolare per le regioni del Sud». Quanto all'impatto della manovra sulla crescita, è ipotizzabile lo 0,2-0,3% «tenendo conto che il Pil salirà di poco sopra l'1% perché l'export sta andando meglio».
Si apre però in contemporanea un nuovo fronte con i comuni, chiamati a contribuire con una cura dimagrante di 4 miliardi nel 2011-2012. «Sono a rischio gli asili nido, i trasporti pubblici locali, l'assistenza, la scuola, l'ambiente e le infrastrutture per la mobilità», si legge in un documento votato all'unanimità dal comitato direttivo dell'Anci. Il 23 giugno i sindaci manifesteranno davanti al Senato. «Abbiamo scelto questa data – spiega il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino – perché in quel giorno cominciano le votazioni e abbiamo coinvolto cittadini e parti sociali».

Se non vi saranno risposte adeguate, ci saranno anche i sindaci di centro destra, annuncia il primo cittadino di Roma, Gianni Alemanno. Una delegazione dei sindaci è salita nel pomeriggio al Colle per presentare al Capo dello stato un dettagliato documento sull'impatto delle misure contenute nel decreto all'esame del Senato. Il presidente Napolitano – ha reso noto Chiamparino – «si è mostrato estremamente attento e particolarmente sensibile alle nostre proposte e alle esigenze dei comuni».

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Netta anche la presa di posizione dell'Anm. Sulla manovra economica «non arretreremo di un solo millimetro, per la tutela e la difesa del settore giustizia», ha affermato il presidente dell'associazione Luca Palamara.
Questa mattina scade in commissione Bilancio il termine per la presentazione degli emendamenti. Pochi gli spazi di manovra in questa fase, mentre le modifiche più consistenti (comunque preventivamente concordate con il governo e fatte proprie dal relatore con la regia di palazzo Chigi) saranno convogliate nel successivo esame in aula. Tra gli emendamenti in arrivo si segnala l'iniziativa di Salvo Fleres, che lo scorso anno presentò in Senato l'emendamento per estendere il raggio di azione dello scudo fiscale. «Sto mettendo a punto alcune proposte in materia di semplificazioni, per alleggerire gli oneri burocratici che gravano sulle imprese. Vedremo se verranno accolti oppure se non sia il caso di ripresentarli in autunno».

Nel frattempo il ministro della Salute, Ferruccio Fazio annuncia che il comparto sanità potrebbe essere escluso dal blocco del turn over. «Stiamo procedendo ad un approfondimento anche con il ministero dell'Economia – ha detto Fazio –. Ma gli stipendi dei dirigenti della sanità vengono dai trasferimenti alle regioni del fondo sanitario nazionale e non dallo stato». Per questo motivo – spiega – non saranno colpiti dalla manovra. Allo studio ci sarebbe anche, come ha detto lo stesso ministro, «un emendamento per gli incarichi e per i precari».

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