Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 13:26.
Aldo Brancher è il nuovo ministro per l'Attuazione del federalismo. Il via libera é
appena arrivato in Consiglio dei ministri. Aumenta quindi il numero dei ministeri. Brancher, classe 1943, ricopriva l'incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, con delega alle riforme per il federalismo.
Dopo il giuramento al Quirinale di Brancher a ministro senza portafoglio, il premier è rientrato a palazzo Chigi dove ha presieduto un nuovo Cdm, già concluso, che ha conferito le deleghe per l'attuazione del federalismo al neo ministro. Una nomina di cui si era appreso attraverso alcune indiscrezioni, ma che ancora questa mattina veniva esclusa, per dire, dal ministro della Difesa e coordinatore del Pdl (in quota ex An), Ignazio La Russa.
«Molti complimenti e auguri»: con queste parole il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è rivolto a Brancher al termine della cerimonia di giuramento. Nella sala della Pendola del Quirinale c'erano il premier Silvio Berlusconi e il sottosegretario Gianni Letta, che sono giunti insieme al capo dello Stato, mentre il ministro Roberto Calderoli e il neo nominato Aldo Brancher li attendevano.
Successivamente è giunto anche il titolare del Tesoro, Giulio Tremonti. Il segretario generale del Colle, Donato Marra, ha letto la formula di rito per la nomina del ministro e Brancher ha risposto con la tradizionale frase: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione». Poi Napolitano ha firmato il decreto di nomina. Al termine Berlusconi si è avvicinato al presidente scambiando con lui qualche parola e un brindisi ha chiuso la cerimonia.
Le reazioni. «La nomina del sottosegretario Brancher a ministro per il Federalismo è una inutile duplicazione di poltrone e un affronto agli italiani a cui vengono chiesti dal Governo enormi sacrifici». Così Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd, commenta la nomina del nuovo ministro per l`Attuazione della riforma federale.
«Vorremo capire per quale motivo - prosegue l`esponente del Pd - esistendo un ministero per i rapporti con le Regioni sia stato nominato un ministro per il Federalismo. Probabilmente dopo la manovra, che ha tolto risorse e speranze alla riforma federale, si è deciso di dare un contentino a Bossi con la nomina di un uomo di cerniera tra l`azienda Berlusconi e la Lega. Di fatto - conclude Zoggia - è stato istituito un simulacro per dare agli elettori leghisti l`illusione che si intenda veramente procedere sulla strada del federalismo. Si tratta solo dell`ennesimo spreco, una inaccettabile presa in giro di un governo che, ogni giorno, trova un escamotage per sfuggire alle proprie responsabilità».