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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 08:05.
MONZA
La trasformazione urbanistica della Cascinazza, enorme polmone verde di Monza, è diventata una lotteria in cui il primo premio potrebbero essere i ricchi lavori in vista di Expo 2015. La trama dello sviluppo urbanistico di quest'area che arriva fino nel cuore di Monza si dipanerà appieno in autunno, quando partirà il dibattito sulla proposta di variante al piano di governo del territorio che riguarda (anche) il polo della Cascinazza.
In quel momento i contenuti cominceranno a riempire questo enorme contenitore che, al momento, parla generalmente di terziario, uso residenziale e servizi. Nello stesso calderone la variante include, tra le altre cose, anche un parco fluviale, centri ricreativi, una caserma dei carabinieri e asili notturni.
Non saranno però le valorizzazioni ambientali e il rispetto del verde pubblico a far tirare tardi la notte il consiglio comunale di Monza. In ballo c'è ben altro: una volumetria edificatoria che, secondo la denuncia dell'opposizione di centro-sinistra, arriverà ben oltre 530mila metri cubi di cemento (residenziale e no) in vista di Expo 2015, in un'area soggetta a esondazioni del fiume Lambro. Sul rischio esondazioni la maggioranza ha però le idee chiare. «Un problema tecnico – dice Fausto Ghezzi, capogruppo del Pdl in consiglio comunale – che verrà risolto dai privati. A loro il compito di elaborare un piano di sicurezza e garanzia che verrà poi valutato ed eventualmente approvato in consiglio». Ghezzi non segue il ragionamento dell'opposizione e afferma che «la questione si sarebbe risolta da tempo se l'ex proprietario non si fosse chiamato Berlusconi. Chi ha venduto e comprato ha fatto i propri affari, il resto è speculazione politica».
Il proprietario dell'area è la holding Raggio di Luna della famiglia Cabassi, che controlla Bastogi e Brioschi sviluppo immobiliare. Proprio quest'ultima, il 13 giugno 2008, attraverso la controllata Lenta Ginestra srl, ha acquistato da Paolo Berlusconi per 40 milioni il 100% del capitale sociale di Istedin spa, società proprietaria della Cascinazza (un'area di 500mila metri quadrati). Con il contratto di vendita «si fa salva una possibile ma eventuale integrazione in caso di futura valorizzazione dell'area».