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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2010 alle ore 21:50.
Il cardinale Crescenzio Sepe conferma di essere disponibile ad essere ascoltato dai magistrati di Perugia: l'indicazione trapela dai suoi collaboratori dopo l'avviso di garanzia ricevuto ieri in seguito all'apertura da parte della procura del capoluogo umbro di un'indagine a suo carico - oltre che dell'ex ministro Pietro Lunardi - per corruzione. Non ci dovrebbero essere ostacoli alle indagini dovute a questioni procedurali legate al possesso da parte dell'arcivescovo di un passaporto diplomatico della Santa Sede. Secondo i collaboratori del cardinale non è ancora stata fissata una data per l'interrogatorio: in ogni caso il mutato status giuridico di Sepe - passato nelle ultime ore da persona informata dei fatti a indagato - non avrebbe inciso sulla volontà del cardinale di «chiarire tutto» ai pm. Secondo chi gli sta vicino il cardinale è assolutamente sereno, «consapevole di aver sempre agito rettamente e secondo coscienza».
L'arcivescovo di Napoli ha subito ricevuto solidarietà da parte della Santa Sede, assieme all'assicurazione alla magistratura italiana che il porporato collaborarerà «nel rispetto di quanto prevedono i Patti Lateranensi». «Desidero dire innanzitutto dire - si legge in una nota del portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi, diffusa da Radio Vaticana- una parola di stima e di solidarietà per il cardinale Sepe, in questo momento difficile. Il cardinale Sepe è una persona che ha lavorato e lavora per la Chiesa e per il popolo che gli è affidato in modo intenso e generoso, e ha diritto ad essere rispettato e stimato. Poi, naturalmente, auspichiamo tutti e abbiamo fiducia che la situazione venga chiarita pienamente e rapidamente, così da eliminare ombre, sia sulla sua persona, sia su istituzioni ecclesiali. Il cardinale Sepe - come ha già detto egli stesso - collaborerà ovviamente per parte sua a questo chiarimento. Naturalmente bisognerà tenere anche conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti fra Santa Sede e Italia, che siano eventualmente connessi a questa vicenda».
Da parte sua l'arcivescovo di Napoli ha confermato la sua fiducia nella magistratura e ha assicurato di voler parlare presto alla città. «La verità viene sempre fuori», ha detto Sepe lasciando la chiesa di Sant'Onofrio dei Vecchi, dove stamattina ha celebrato la messa domenicale.