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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2010 alle ore 08:37.
Giunto al traguardo l'apparato di semplificazioni per gli interventi di lieve entità in aree vincolate, la commissione ministeriale che l'ha predisposto da domani si rimetterà al lavoro. Obiettivo: modificare la norma madre, quell'articolo 146 del codice dei beni culturali che ha previsto il nuovo meccanismo di autorizzazione paesaggistica andato a regime il 1° gennaio scorso (si veda l'articolo a fianco).
Qualche idea già c'è, anche se per il momento si tratta solo di ipotesi. Perché, a dire il vero, la commissione si è insediata a inizio anno e si è anche già riunita. Almeno tre incontri fino a marzo, quando tutto è stato sospeso per via delle elezioni regionali. I rappresentanti delle regioni – dopo la tornata elettorale, capofila sulle questioni di paesaggio è diventato il Piemonte, che ha ricevuto il testimone dalla Calabria – siedono, infatti, in commissione insieme a quelli dell'Anci, ai tecnici del ministero dei Beni culturali ed esperti provenienti dal mondo dell'accademia.
In quei primi incontri si è iniziato a delineare il da farsi: proseguire sulla via delle semplificazioni segnata con il recente regolamento, concentrandosi in particolare sullo snellimento dei passaggi procedurali; ridurre i tempi per arrivare all'autorizzazione paesaggistica; fare in modo che la regione o il comune funzionino da filtro preliminare, valutando se l'istanza per ottenere il via libera paesaggistico è compatibile con il piano urbanistico.
C'è poi l'idea, tutta da formalizzare, di allentare il vincolo sulle sanatorie. Ora il codice è inflessibile: ogni abuso commesso in aree protette deve essere demolito. Senza appello. L'ipotesi è, invece, di aprire alle sanatorie per interventi di lieve entità, che potrebbero essere gli stessi 39 indicati nell'elenco allegato al nuovo regolamento. Ovviamente, sempre previo parere del soprintendente. Questo eventuale ritocco richiederebbe una modifica non solo dell'articolo 146, ma anche del 167 e 181 (obbligo di ripristino dei luoghi e sanzioni civili e penali).
Il pacchetto di riforme potrebbe prendere forma a inizio luglio, anche se poi si dovrà trovare il contenitore per ospitarlo e sottoporlo all'esame del parlamento. Trattandosi di modifiche a una legge, dovrà essere un disegno di legge o un decreto legge. Una soluzione va, in ogni caso, individuata. Anche perché il lavoro che la commissione si appresta a fare è una sorta di contropartita che il governo ha garantito alle regioni allorché misero la loro firma sul regolamento di semplificazione e, soprattutto, non spinsero per un'altra proroga all'autorizzazione paesaggistica "pesante", che ha così potuto debuttare a inizio anno.