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Trichet: sanzioni automatiche

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2010 alle ore 08:02.

FRANCOFORTE - La Banca centrale europea è convinta che il futuro dell'Unione monetaria passi attraverso un netto rafforzamento del controllo reciproco tra i paesi membri, non solo sul fronte delle finanze pubbliche, ma anche sul versante economico. In un'audizione a Bruxelles, il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet si è detto favorevole a sanzioni quasi automatiche per i paesi meno virtuosi.


«Sulla base della nostra esperienza in occasione di questa crisi, la più grave dalla seconda guerra mondiale, crediamo sia necessario rafforzare il quadro normativo ben oltre il patto di stabilità originale», ha detto Trichet, proprio mentre la Commissione sta preparando una bozza di riforma. «Abbiamo bisogno di un "salto quantico" in termini di maggiore sorveglianza. Rimpiangeremmo enormemente questo momento se non cogliamo questa occasione».

L'Europa, ha spiegato il banchiere centrale, ha bisogno di «strumenti efficaci per prevenire e, se necessario, correggere livelli di deficit e debiti eccessivi». Trichet ha precisato che «l'avviamento delle sanzioni» contro i paesi non virtuosi «deve diventare quasi automatico». La Bce è dell'avviso che il controllo sull'andamento dei conti pubblici nazionali deve essere «più diretto e più efficace», basato su un monitoraggio indipendente.

«Potremmo avere bisogno di un approccio differenziato a seconda dei risultati dei singoli paesi sul fronte delle finanze pubbliche», ha aggiunto il banchiere. Come dire che alcuni paesi più a rischio dovrebbero essere controllati più attentamente di altri. Le sanzioni potrebbero essere di vario tipo, finanziario e non. Trichet è anche favorevole alla sospensione del diritto di voto, come Parigi e Berlino, e non ha tabù su un'eventuale modifica del Trattato.

Nel contempo, il presidente della Bce è convinto che la zona euro non possa limitarsi a una convergenza dei bilanci nazionali. Anche l'evoluzione delle singole economie deve essere monitorata «per garantire la competitività interna ed esterna dell'Europa». Secondo il banchiere centrale in gioco non è solo la produttività delle imprese private, ma anche quella del settore pubblico dei paesi membri.

L'Unione non vuole creare nuove istituzioni per meglio monitorare gli stati membri. Lo stesso Trichet ha detto che la Commissione dovrebbe avere maggiori poteri in questo campo. Proprio le autorità comunitarie dovrebbero presentare un rapporto alla fine di giugno, mentre il nuovo quadro normativo, che dovrebbe servire ad evitare il ripetersi del caso greco, in grave crisi debitoria, sarà deciso entro fine anno, dopo un dibattito tra i paesi che si prospetta acceso.

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Tags Correlati: Angela Merkel | Bce | Canada | Comitato Esecutivo | Germania | Istituzioni dell'Unione Europea | Jürgen Stark | Nicolas Sarkozy | Stati Membri | Stephen Harper

 

Ieri intanto la Bce ha rivelato che nell'ultima settimana ha acquistato circa quattro miliardi di euro in obbligazioni pubbliche per calmare le recenti tensioni sui mercati. L'ammontare è in netto calo rispetto alle settimane precedenti. L'impressione di alcuni economisti è che la controversa operazione stia arrivando a conclusione. Da Londra, Jürgen Stark, membro del comitato esecutivo della Bce, ha ribadito la "natura temporanea" di questo programma.

Ieri intanto il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il cancelliere della Germania, Angela Merkel - con una lettera indirizzata al primo ministro del Canada, Stephen Harper - hanno ribadito la volontà di arrivare «a un accordo internazionale per instaurare un prelievo o una tassa sulle istituzioni finanziarie» nel corso del G-20 di Toronto. La Russia ha invece espresso parare negativo su una tassa per le banche perché teme che possa avere conseguenze negative sull'acceso al credito.
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