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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 09:18.
Il giudice Marina Zelante prende atto del «legittimo impedimento» dell'imputato Silvio Berlusconi e poi dice: «Vado a recuperare l'agenda». Tornerà in aula dopo un paio d'ore, con due fogli in cui c'è scritto che la legge sul «legittimo impedimento» è illegittima perché le prerogative assegnate al premier e ai ministri richiedono una legge costituzionale. Quindi: atti alla Consulta e processo sospeso.
Ma nel processo Mediatrade, Berlusconi (accusato di frode fiscale e appropriazione indebita) è con altri 11 imputati, tra cui il figlio Piersilvio e il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri. Sospensione anche per loro? Il pm Fabio De Pasquale è contrario e anche i legali di Berlusconi, Piero Longo e Niccolò Ghedini. Il giudice torna nel suo ufficio e quando esce dice «no» allo stralcio. «Sarebbe la norma - spiega - ma in questo caso ci sono vincoli probatori tali da far ritenere utile la prevalenza del principio sull'unitarietà del procedimento».
«Un'altra prova che questi giudici vogliono distruggermi» si lamenta il premier da Roma, appresa la notizia. E giù con le accuse di «politicizzazione» della magistratura che, insiste, «non vuole farmi governare».
Quello di ieri è il terzo fascicolo spedito a palazzo della Consulta sul «legittimo impedimento». Mittente sempre il Tribunale di Milano. Stavolta a firmare l'ordinanza è il giudice dell'udienza preliminare, che avrebbe dovuto decidere se rinviare a giudizio gli imputati, mentre negli altri casi erano state la prima sezione penale (processo Mediaset, Berlusconi imputato di frode fiscale) e la decima (processo Mills, Berlusconi imputato di corruzione giudiziaria). Un quarto fascicolo potrebbe aggiungersi domani, se il giudice Annamaria Gatto si rivolgerà alla Consulta, visto che il neoministro Aldo Brancher - imputato di appropriazione indebita per i soldi incassati da Gianpiero Fiorani nella scalata Antonveneta - ha già chiesto di avvalersi del «legittimo impedimento».
La Corte deciderà a primavera inoltrata. Intanto procede spedito il Lodo Alfano bis (lo scudo per le alte cariche) visto che il Senato punta a licenziarlo, in prima lettura, entro luglio. Con questo passo, nonostante i quattro passaggi parlamentari imposti dalla Costituzione, potrebbe essere legge a marzo.