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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 17:27.
In oltre un milione, secondo la Cgil, hanno partecipato alle manifestazioni per lo sciopero generale indetto dal sindacato di Corso d'Italia contro una manovra economica «ingiusta, iniqua e depressiva». Il corteo più imponente ha sfilato a Bologna con la vice segretaria generale, Susanna Camusso, intervenuta davanti a circa 100mila persone per sollecitare modifiche alla manovra «perché la pagano solo i lavoratori, gli enti locali e i cittadini», mentre «bisogna chiedere a chi più ha di contribuire in base alle proprie risorse».
Camusso ha rilanciato la proposta di introdurre un'addizionale straordinaria di due anni a carico dei redditi sopra i 150mila euro e alzare la tassazione delle rendite finanziarie che é al 12,5%, invece di chiedere sacrifici a chi guadagna mile euro al mese. «Non bisogna fare una manovra depressiva – ha aggiunto – che riduce la crescita, ma una manovra che guardi all'occupazione e alla possibilità di rilanciare l'economia». A Napoli i metalmeccanici di Pomigliano d'Arco hanno sfilato in corteo (tra i politici erano presenti il governatore della Puglia Nichi Vendola e il numero uno dell Idv Antonio di Pietro), mentre a Milano tra i 70mila manifestanti è arrivato anche il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, che ha ricordato come in alternativa alla manovra del governo il Pd ha presentato «delle proposte da 24 miliardi di euro, ma le abbiamo distribuite diversamente. Perché non le si guardano?».
Lo sciopero generale ha avuto ripercussioni negative sui trasporti: secondo la Filt-Cgil a Fiumicino sono stati annulati circa 86 voli, al netto delle cancellazioni e riprogrammazioni da parte delle compagnie. La Filt parla di «alte adesioni nel trasporto pubblico locale, a Roma con la linea A della metropolitana chiusa e con circa il 50% dei bus che non hanno circolato». Anche a Napoli la linea della metropolitana si è fermata, stop al 50% dei bus e sono ferme le attività al porto. Secondo una rilevazione del ministero della Funzione pubblica, però, l'adesione dei lavoratori del pubblico impiego allo sciopero generale risulta pari al 2,27% su un campione di circa il 30% del totale del personale». Le adesioni più alte, sempre secondo il ministero, si registrano nei comparti Agenzie fiscali (17,58%) e ministeri (7,20%).