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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 08:02.
ROMA
Bene la lotta all'evasione, ma la rincorsa ai "furbetti del condono" fa acqua. Dal gettito del condono fiscale del 2002-2004 mancano all'appello ancora 4,6 miliardi di euro. Secondo i dati della Corte dei conti contenuti nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2009, a fine gennaio 2010 sono stati riscossi 786 milioni di euro, pari al 14,6% del carico netto da recuperare, pari complessivamente a 5,2 miliardi di euro.
Con un'indagine condotta dai giudici contabili e resa nota a metà novembre 2008, era emerso un mancato gettito da condono, rispetto ai 26 miliardi dichiarati all'incasso, 5,2 miliardi di euro ancora dovuti dai contribuenti che avevano aderito al condono fiscale ma si earno "dimenticati" di onorare l'impegno economico per far pace con il fisco. E questo neppure dopo l'iscrizione a ruolo e la notifica delle relative cartelle di pagamento.
L'agenzia delle Entrate ed Equitalia, scese in campo fin dai primi mesi del 2009, per inseguire i "furbetti del condono", pur dotandosi di strumenti ad hoc come la possibilità di consentire all'agente della riscossione di poter procedere direttamente all'espropriazione (senza ipoteca) del patrimonio immobiliare di questi soggetti inadempienti per beni superiori a 5.000 euro, si sono trovate di fronte a più di una difficoltà.
La prima, come sottolineato dalla stessa Equitalia, è stata quella legata all'individuzione dei soggetti per i quali sono stati emessi i ruoli a fronte del mancato rispetto delle obbligazioni assunte con l'adesione alle definizioni agevolate, con particolare riguardo a quella degli omessi versamenti.
A frenare l'azione di recupero, inoltre, ci sarebbero state anche le prescrizioni del garante della privacy, soprattutto dopo che con il decreto anti-crisi 185/08 è stato consentito di poter procedere al recupero di queste poste debitorie ricorrendo direttamente ai conti bancari. E anche se ora i dubbi della privacy sono sati superati, i giudici contabili non si mostrano ottimisti visto che oltre quattro quinti dei 4,6 miliardi da recuperare sono legati alla chiusura degli omessi versamenti.
Perplessità che si attenuano, nel giudizio espresso dalla Corte dei conti sulla lotta all'evasione condotta nel 2009. Secondo i giudici dal contrasto all'evasione si recuperano negli anni tra il 2009 e il 2013 ben 37 miliardi in più. Ma ci sono notevoli spazi per incidere ancora di più. «Si tratta di dimensioni rilevanti - dicono i magistrati - che certamente non esauriscono gli ampi spazi che il fenomeno evasivo presenta nel nostro Paese».