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Big dell'industria con gli immigrati

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 08:03.


La politica dell'immigrazione in America è un «suicidio politico», e per riformarla sono scesi in campo il magnate dei media Rupert Murdoch e il sindaco miliardario di New York Michael Bloomberg, due imprenditori che hanno dimostrato in passato di riuscire a ottenere ciò che vogliono. In aperta sfida al movimento dei Tea Parties e alle iniziative antimmigrazione dell'Arizona, Murdoch e Bloomberg hanno lanciato ieri una coalizione di grossi nomi dell'industria e di sindaci di diverse metropoli americane per fare pressioni sul Parlamento e ottenere una nuova legge che legalizzi i clandestini e riformi un sistema difettoso. L'immigrazione, dicono, è il motore della crescita.
«Qualcuno deve prendersi la briga di spiegare al pubblico e al Parlamento perché l'immigrazione è nell'interesse del nostro paese», ha detto Bloomberg. Quei "qualcuno" sono personaggi come l'amministratore delegato della Walt Disney Bob Iger, l'ad di Hewlett Packard Mark Hurd, di Boeing Jim McNerney, della Marriot International JW Marriot, e i sindaci di Los Angeles, Phoenix, San Antonio e Philadelphia.
La neonata Partnership for a New American Economy conta di pubblicare studi, condurre sondaggi di opinione, organizzare tavole rotonde e lanciare campagne mediatiche per istruire il pubblico, e soprattutto incalzare i recalcitranti parlamentari a prendere in esame un argomento politicamente scottante ma estremamente urgente.
«Abbiamo bisogno di immigranti per rimanere competitivi nel XXI secolo - ha detto Iger della Disney -. Serve gente che sappia dare un contributo alla crescita economica e rafforzare la nostra nazione, che ci porti al successo». Invece, ha detto Bloomberg, l'America istruisce gli studenti stranieri più bravi e più intelligenti, e poi non dà loro nemmeno il permesso di soggiorno. «Abbiamo bisogno di creare migliaia di posti di lavoro, ma non consentiamo agli imprenditori stranieri di abitare qui». La potente associazione di sindaci e businessmen propone un sistema di verifica della legalità dela forza lavoro, multe per le società che assumono clandestini, maggiore facilità nell'ottenere permessi di lavoro per stranieri, e nuove misure per rafforzare i pattugliamenti al confine.

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Tags Correlati: Bob Iger | Boeing | Hewlett Packard | Immigrazione | International JW Marriot | Mark Hurd | Michael Bloomberg | Parties | Rupert Murdoch | Stati Uniti d'America | Tea | Walt Disney

 

Il messaggio dei promotori, capi di aziende che complessivamente impiegano 650mila persone, è che la questione dell'immigrazione è una priorità economica. «Non esiste un modo migliore per distruggere l'America della politica dell'immigrazione attuale», ha detto Bloomberg.
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