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A Milano il nuovo asse imprese-sindacati

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 08:03.


MILANO
Alla ricerca di un nuovo assetto nei rapporti tra azienda e sindacati, nel nome dell'hi-tech. Si è tenuto ieri a Milano, «all'insegna della massima cooperazione tra le parti sociali», il primo forum tra Asstel, l'associazione confidustriale che rappresenta le imprese di telecomunicazioni, e le maggiori sigle sindacali: Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
Un incontro a porte chiuse che ha visto la partecipazione di 90 invitati ospitati nella sala Maiorca dell'hotel Meliá. Oltre all'ideatore dell'evento Stefano Parisi, presidente di Asstel, sono intervenuti, tra gli altri, i numeri uno di Vodafone e Wind, Paolo Bertoluzzo e Luigi Gubitosi, Oscar Cicchetti, direttore technology & operations di Telecom Italia e Stefano Pileri, presidente di Confindustria servizi innovativi.
Questi i punti di partenza: banda larga, rete Ngn, il salasso della fiscalità, il costo del lavoro, la sfida e le criticità dei call center (presente anche l'associazione di categoria, Assocontact). E poi la sofferenza di un'industria che, negli ultimi anni, ha vissuto una continua riduzione dei ricavi e dei margini, come dimostrano i dati dello studio di Analysys Mason presentati nel corso del forum, che parlano di un settore che dal 2006 al 2009 ha lasciato sul terreno 1,6 miliardi di ricavi nella telefonia fissa e 1,4 miliardi in quella mobile.
«La verità è che il nostro settore trova scarso spazio nell'agenda dei governi – racconta Stefano Parisi – e questo asse tra aziende e sindacati ha lo scopo di riportare alla ribalta le nostre tematiche».
Tra i punti principali affrontati, c'è il nuovo contratto di filiera «pronto ad accogliere tutte le aziende del settore (l'ultimo contratto di categoria è stato siglato lo scorso 23 ottobre, ndr) – spiega Parisi – ma anche la messa in campo di un nuovo strumento di relazione sindacale che superi gli osservatori».
«Il nostro è un comparto nel quale il fattore lavoro è fondamentale – sostiene Alessandro Genovesi, segretario nazionale Slc Cgil – con un valore aggiunto per ogni addetto particolarmente elevato. Serve quindi trovare nuovi modelli di business che compensino la discesa dei ricavi della voce. Per questo è prioritario investire nella rete di nuova generazione».

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Tags Correlati: Alessandro Genovesi | Analysys Mason | Attività sindacale | Bruno Di Cola | CGIL | Cisl | Confindustria | Luigi Gubitosi | Milano | Oscar Cicchetti | Paolo Bertoluzzo | Telecom | Uil | Vito Vitale | Vodafone | Wind

 

«Nessuno di noi sta chiedendo soldi al governo, ma vogliamo che il tema della flessibilità sia affrontato in un'ottica più generale di rilancio, anche a partire dal quadro regolamentare», ha spiegato Vito Vitale, segretario generale della Fistel Cisl. Ancora sulla banda ultra larga punta Bruno Di Cola, segretario generale della Uilcom: «Gli investimenti sulla rete Ngn – sostiene – sarebbero in grado di dare un contributo aggiunto sul prodotto interno lordo del paese pari all'1%, con ricadute importanti sull'occupazione».
Tra i punti condivisi tra Asstel e sindacati c'è il sostegno al programma e-governament 2012, la definizione di un progetto convergente degli operatori di rete, la definizione di una politica fiscale che legi i ricavi dei servizi internet al paese in cui effettivamente si realzizano. E ancora il tema delle regole. «Il progetto di una nuova rete che coinvolga tutti gli operatori potrà partire quando l'autorità fisserà delle regole chiare, per esempio delle tariffe minime di remunerazione. Ecco perché, in occasione della presentazione della prossima relazione annuale del 6 luglio – conclude Parisi – invierò al presidente Calabrò il nostro studio sullo stato di salute delle tlc».
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