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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2010 alle ore 12:25.
«Il dolore ancora vivo per le vittime si unisce all'amara constatazione che le indagini svolte e i processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato a Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, di cui domani ricorre il trentesimo anniversario.
«Nella ricorrenza del trentesimo anniversario del disastro di Ustica, rivolgo il mio pensiero commosso a lei, presidente, e a tutti i famigliari di coloro che hanno perso la vita in quella tragica notte - scrive il capo dello stato - Il dolore ancora vivo per le vittime si unisce all'amara constatazione che le indagini svolte e i processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili. La tenace dedizione e l'anelito di verità e giustizia con i quali l'Associazione da lei presieduta perpetua il ricordo di quel 27 giugno 1980 trovano la nostra piena comprensione - continua Napolitano - Occorre il contributo di tutte le Istituzioni a un ulteriore sforzo per pervenire a una ricostruzione esauriente e veritiera di quanto accaduto, che rimuova le ambiguità e dipani le ombre e i dubbi accumulati in questi anni. Nel sempre doloroso ricordo delle 81 vittime, esprimo a lei e ai famigliari dei caduti la partecipe vicinanza mia e della intera Nazione».
Parole, quelle di Napolitano che stridono con quanto dichiarato nei giorni scorsi dal sottosegretario Carlo Giovanardi, secondo il quale «nessun missile» colpì l'aereo diretto a Palermo, che sarebbe stato distrutto, invece, da una bomba. Giovanardi ha anche attaccato l'ex giudice Rosario Priore, a cui si deve la sentenza che fissò come punto fermo proprio nell'attacco di un missile straniero le cause dell'esplosione. Un passaggio ritenuto di svolta in una vicenda fitta di depistaggi, omertà delle istituzioni e per cui ancora oggi i responsabili della strage non hanno un nome. la polemica scoppia immediata.
Reagisce quindi Priore, insieme a Bonfietti bonfietti. «Giovanardi fa disinformazione - sostiene l'ex magistrato - dice cose mendaci». E il Pd chiede al governo «di chiarire al più presto in parlamento. perché - ragiona il responsabile sicurezza Emanuele Fiano - o il sottosegretario ha detto delle bugie, o l'esecutivo è a conoscenza di prove diverse da quelle possedute dai giudici di secondo e terzo grado. L'ipotesi della bomba non trova riscontro nella verità processuale».