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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2010 alle ore 13:50.
Silvio Scaglia «ben lontano dall'illecito è vittima della truffa come pure Fastweb». Lo dichiarano i legali dell'ex ad di Fastweb annunciando appello al Tribunale del riesame il 6 Luglio. «Si è persa nuovamente l'occasione di valutare le specifiche posizioni. La sensazione è - commentano i difensori di Scaglia, Piermaria Corso e Antonio Fiorella - che si continui nello schema del blocco monolitico senza distinguere posizioni, come quella di Scaglia, ben lontane dall'illecito. Scaglia come pure Fastweb, sono vittime della truffa».
«La formula "non poteva non sapere" - proseguono i due legali - contrasta con i principi del nostro ordinamento. Troveremo chi ci saprà ascoltare. Il prossimo appuntamento per noi è il 6 luglio al Tribunale del Riesame per l'appello contro l'ordinanza del Gip che ha concesso gli arresti domiciliari». A parere dei difensori di Scaglia «sull'esito dell'udienza ha pesato il fatto che la Corte Suprema di Cassazione abbia dovuto ancorare il suo giudizio alla situazione probatoria esistente al 17 marzo, situazione ampiamente superata da nuovi fatti quali l'interrogatorio di Silvio Scaglia con i Pm del 12 aprile e la relativa produzione documentale depositata per l'occasione».
«Inoltre - aggiungono - non sono emersi, nel frattempo, nuovi elementi utilizzabili dall'accusa». Scaglia rimane quindi in regime di arresti domiciliari in Val d'Aosta ottenuti dopo quattro mesi di carcere.