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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2010 alle ore 15:25.
Non solo imprenditori, sportivi e personaggi dello spettacolo. Tra i clienti occulti che si sono avvalsi dei servizi della San Marino Investimenti (Smi), la più importante holding finanziaria del Titano, c'è anche Gennaro Mokbel, il faccendiere finito nel mirino della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sul maxi-riciclaggio di 2 miliardi di euro condotta dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo.
Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, è proprio attraverso la Smi che sarebbe transitata parte degli 8 milioni investiti nel 2007 da Mokbel nella Digint, società partecipata al 49% da Finmeccanica.
Soldi su cui i pm coordinati da Capaldo hanno avviato accertamenti per verificarne la reale provenienza e la destinazione. Ed è qui che l'inchiesta sull'affare Digint si intreccia con quella del pm di Roma Perla Lori sul riciclaggio di oltre un miliardo di euro realizzato tramite la Smi, la finanziaria del conte Enrico Maria Pasquini, ex ambasciatore di San Marino in Spagna e proprietario anche della ex Banca del Titano, oggi Smi Bank. Tra i 1.200 nominativi di clienti della finanziaria in possesso del pm Lori c'è anche quello di un piccolo professionista sulla cui identità gli investigatori osservano il massimo riserbo e sul quale sono in corso verifiche. Sarebbe lui il prestanome a cui Mokbel avrebbe fatto riferimento per fare transitare nella Smi, tramite alcune società, parte egli 8 milioni di euro.
Al fine di costituire fondi neri, sospettano i pm. Ipotesi sempre smentita da Finmeccanica.
Quanto all'indagine del pm Lori, in Procura c'è irritazione per l'atteggiamento di San Marino, che non ha ancora accolto la rogatoria inoltrata lo scorso novembre per avere la documentazione bancaria relativa a tutti i clienti italiani della Smi.
«La lista dei 1.200 clienti – spiega una fonte investigativa – ci è stata fornita solo a fini burocratici, per notificare loro la rogatoria, presupposto che i giudici sanmarinesi ritengono indispensabile per fornirci la documentazione. Per noi questo è inaccettabile. Al momento la lista non è utilizzabile né ai fini penali, né delle verifiche fiscali. A noi interessa capire la disponibilità dei conti e la provenienza dei fondi. Finora le uniche informazioni fornite sono quelle su Pasquini, principale indagato».