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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2010 alle ore 13:11.
La crisi morde. Forte è l'impulso per il compratore di scegliere dallo scaffale del supermarket cibi fin troppo scontati, magari forniti da aziende senza troppi scrupoli che, a loro volta, hanno spuntato la commessa giocando al ribasso. La mozzarella che cambia colore, la scatoletta avariata, la carne satura di anabolizzanti e affini, tanto per intenderci.
Il 2010 rischia di essere l'anno d'oro della contraffazione alimentare: la proiezione che si ricava dai dati dei Nas dei Carabinieri, una crescita dell'8% sul 2009, sembra dare una triste conferma al fenomeno. Non c'è globalizzazione che tenga: il problema resta quello di tenere d'occhio la tracciabilità dei prodotti, l'unica arma in grado di garantire la qualità della merce e la salute della clientela.
Perfino i manager della grande distribuzione sono in allerta, non solo le forze dell'ordine o la magistratura che, peraltro, continuano a inanellare inchieste su inchieste. C'è il rischio che il budget limitato abbassi le difese di tutta la filiera. Urge mettere in circolo gli anticorpi.