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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2010 alle ore 08:04.
ROMA
L'erario incassa meno e la pressione fiscale rispetto al Pil cresce. La spesa va oltre quota 50% e si assesta al 52,5 per cento. È la fotografia scattata dall'Istat sui conti pubblici 2009 e che mette in evidenza come la pressione fiscale sia arrivata a un livello mai raggiunto dal 1997, l'anno dell'eurotassa.
Con un carico fiscale attestatosi al 43,2%, rispetto al 42,9% del 2008, l'Italia si colloca ex aequo con la Francia al quinto posto della speciale classifica sulla pressione tributaria e contributiva in Europa. Secondo i dati dell'Istat, infatti, il nostro paese è preceduto soltanto da Danimarca (49%), Svezia (47,8%), Belgio (45,3%) e Austria (43,8%). I valori più bassi li hanno fati registrare Lettonia (26,5%), Romania (28%), Slovacchia e Irlanda (29,1%).
L'aumento della pressione fiscale – che fa posizionare l'Italia di 3,7 punti percentuali sopra la media della Ue a 27 (39,5%) –, sarebbe la diretta conseguenza di una riduzione del Pil superiore a quella complessiva del gettito fiscale e parafiscale. La cui dinamica negativa (-2,3%), spiega ancora l'Istat, è stata attenuata da quella, in forte aumento, delle imposte straordinarie (imposte in conto capitale), cresciute in valore assoluto di quasi 12 miliardi. A pesare, dunque, sarebbero state soprattutto le poste straordinarie come i quasi 5 miliardi incassati dall'erario con lo scudo fiscale e i versamenti una tantum delle sostitutive pagate da alcuni settori dell'economia, in particolare quello bancario con il riallineamento dei valori civili e fiscali.
A calare e a incidere in negativo sull'andamento delle entrate (-1,9%) sono state tutte le altre singole voci. Nel dettaglio le imposte indirette sono scese del 4,2%, mentre le dirette del 7,1% e i contributi sociali effettivi dello 0,5 per cento. La flessione delle imposte dirette, sottolinea l'Istat, è legata al calo dell'Ires (-23,1% rispetto al 2008), mentre le indirette hanno risentito delle significative diminuzioni del gettito Iva (-6,7%).
Se da una parte il governo ha fatto bene nella lotta all'evasione, dall'altra la pressione fiscale ai massimi «è un problema per la crescita». Come sottolineato dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, le imprese chiedono che si apra un tavolo sul fisco.