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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2010 alle ore 08:42.
L'ultima modifica è del 29 giugno 2010 alle ore 08:42.
La società di navigazione pubblica Tirrenia è sotto il faro della Commissione Ue perché titolare di convenzioni con lo stato che l'Europa ritiene prorogate impropriamente. Ma Bruxelles sarebbe anche pronta a chiudere la procedura d'infrazione avviata, se si concludesse in fretta, entro il 30 settembre, il processo di privatizzazione della società, con la liberalizzazione delle rotte sovvenzionate. Una liberalizzazione sempre fortemente voluta (e richiesta) anche da Confitarma. Il governo italiano ha avviato una gara per vendere la società e l'iter è arrivato ieri alla fase delle offerte vincolanti. Tutto bene? Per nulla. Perché l'unico acquirente rimasto, dei 16 che avevano manifestato interesse a febbraio, è una società partecipata al 37% dalla regione Sicilia. Insomma, si "privatizza" un gruppo arrivando a un passo dal cederlo, per una quota azionaria cospicua e con tutte le convenzioni, a un ente pubblico; che, a questo punto dovrebbe dare, non si capisce bene perché, garanzie maggiori dello stato in merito alla liberalizzazione delle rotte. Davvero uno strano modo di aprire il mercato. Chissà che cosa ne pensano anche a Bruxelles.