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Schönborn richiamato all'ordine

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2010 alle ore 08:05.

Benedetto XVI impone la sua pace all'interno del Sacro collegio, ormai da anni scosso da guerre interne, giunte al culmine nei mesi scorsi sulle vicende legate alla pedofilia. E così ieri il Papa ha guidato un summit straordinario dove l'arcivescovo di Vienna, il cardinale Cristoph Schönborn ha dovuto fare pubblicamente pace con l'ex segretario di stato, Angelo Sodano, da lui accusato a inizio maggio di essere stato il capofila dell'ala della Curia romana che, negli anni passati, aveva insabbiato le accuse di pedofilia che condussero il suo predecessore, l'arcivescovo di Vienna Hans Hermann Groer, alle dimissioni.

Accuse pesantissime che – assieme a quelle addebitate a Sodano per le vicende dei Legionari di Cristo - avevano fatto il giro del mondo e segnalato un conflitto dentro la Curia che peraltro coinvolgeva il cardinale decano, massima autorità del sacro collegio.

Il Papa due settimane fa con una lettera aveva pubblicamente rimproverato Schönborn, giovane cardinale amico di Raztinger di cui è stato allievo (e che in molti vedevano come uno dei più accreditati futuri papabili). Inoltre, a quanto risulta, Schönborn – a Roma per un'udienza programmata - non sapeva che il Papa avesse in mente di mettere ordine con queste modalità. Nella lunga nota il porporato austriaco ha espresso il suo «dispiacere» per le «interpretazioni date» ad alcune sue affermazioni: in effetti si trattava di conversazioni "off the record" con giornalisti cattolici austriaci, che decisero però di pubblicare tutto il 4 maggio scorso.

«Si ricorda che nella Chiesa, quando si tratta di accuse contro un cardinale, la competenza spetta unicamente al Papa, le altre istanze possono avere una funzione di consulenza, sempre con il dovuto rispetto per le persone» è stata la presa di posizione dura di Ratzinger. Inoltre Schönborn aveva criticato il termine «chiacchiericcio» - usato da Sodano in merito allo scandalo pedofilia nella messa di Pasqua - perché considerato offensivo verso le vittime dei preti pedofili. Poi, con chiaro riferimento ad alcune dichiarazioni dell'arcivescovo lette dai giornali come aperture sul tema del celibato obbligatorio e delle coppie gay, la nota vaticana, riferisce che Schönborn «ha voluto chiarire il senso esatto di sue recenti dichiarazioni circa alcuni aspetti dell'attuale disciplina ecclesiastica»: insomma anche una bacchettata sulle divagazioni dottrinali.

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Tags Correlati: Angelo Sodano | Benedetto XVI | Bruxelles | Cristoph Schönborn | Hans Hermann Groer | Marc Dutroux | Peter Adriaenssens | Roma (squadra) | Stati Membri | Vienna

 

Sul fronte del Belgio intanto si è aperto un nuovo capitolo nello scandalo pedofilia: si è dimessa in blocco la commissione creata dalla Chiesa dieci anni fa e guidata dallo psichiatra Peter Adriaenssens, con l'incarico di far luce sugli abusi sessuali commessi da religiosi. Le dimissioni arrivano dopo l'irruzione della polizia nella curia di Bruxelles di giovedì, quando sono stati interrogati i vescovi e soprattutto sono stati sequestrati i 457 dossier raccolti dalla commissione sugli abusi (molti caduti in prescrizione e tenuti riservati per volere delle vittime). Adriaenssens (che peraltro ieri è stato sentito dagli investigatori della polizia giudiziaria di Bruxelles) ha ritenuto che l'azione ordinata dalla magistratura e avallata dal potere politico sia stata la dimostrazione che non c'era fiducia in un lavoro al quale partecipavano anche due magistrati civili nominati dal governo. «Ci dimettiamo perché la fiducia tra la giustizia e la commissione è stata deteriorata e di conseguenza anche la fiducia tra la commissione e le vittime che si sono rivolte a noi» ha dichiarato un membro dell'organismo che, dal 2000, ha agito in stretta collaborazione con i vescovi belgi.

Peter Adriaenssens, psichiatra e docente dell'Università di Lovanio, dove ha anche sede l'organismo, balzò già agli onori delle cronache durante le indagini sul celebre mostro di Marcinelle, all'anagrafe Marc Dutroux, attualmente in carcere per aver sequestrato, torturato e ucciso delle bambine. Da allora in poi, Adriaenssens è stato considerato in patria uno dei massimi esperti di pedofilia, tanto da formare una commissione indipendente nel quadro di una relazione pastorale con la Conferenza episcopale belga.

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