Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2010 alle ore 08:03.
NEW YORK - I tabloid americani l'hanno presentata come una novella Mata Hari. E come la leggendaria cortigiana e spia olandese, anche Anya Chapman, nota a New York come Anna, non aveva esitato a farsi fotografare in pose sexy. Lasciando tracce indelebili su Facebook. Dove dichiarava di essere una 28enne divorziata con una laurea in Economia e un lavoro nel settore immobiliare.
A differenza degli altri membri della presunta rete spionistica, che facevano per lo più una tranquilla vita di coppia, Anna era single e aveva scelto (o forse avuto il compito) di partecipare alla vita mondana di Manhattan. Ci sono tracce di lei in serate di spicco, inclusa una cui aveva partecipato il sindaco Michael Bloomberg. Su Facebook era anche amica dell'economista Nouriel Roubini, che ieri mattina si è premurato di cancellarla. «Potrei averla incontrata a uno o due grandi party - ha detto il professore della New York University alla Abc - ma mai a casa mia. E non abbiamo mai parlato a tu per tu».
Anna non mancava mai di aggiornarla, quella pagina su Facebook, con dettagli sulla sua vita. Come quando ha annunciato di aver comprato un computer portatile: «Il mio nuovo Mac è stato l'acquisto dell'anno... è fantastico!». Sull'utilizzo di quel Mac, aveva preferito non scrivere nulla. L'ha fatto però la Procura di New York nel suo atto di citazione.
Era infatti uno degli strumenti con cui comunicava con i suoi "gestori" russi. Il 17 marzo l'Fbi ha sorpreso la Chapman con il Mac in una libreria del Greenwich Village. E ha scoperto che aveva fatto un invio di comunicazioni via etere proprio nel momento in cui transitava un furgone risultato appartenere a un personaggio definito come «funzionario del governo russo numero 1». La stessa procedura è stata adottata il 7 e il 21 aprile, quando la Chapman e lo stesso funzionario russo sono stati nuovamente visti dall'Fbi a poche decine di metri l'una dall'altro. In neppure queste occasioni i due hanno stabilito un contatto fisico, ma grazie alla propria tecnologia l'Fbi ha accertato che si sono scambiati dati elettronici attraverso i rispettivi portatili.
Come Mata Hari, anche Anna Chapman è stata alla fine colta in flagrante. Un agente sotto copertura dell'Fbi ha infatti stabilito un contatto con lei spacciandosi per funzionario del consolato russo. Il 26 giugno a Manhattan, l'agente americano le ha affidato un passaporto falso che avrebbe dovuto consegnare a un'altra spia. La Chapman deve però aver fiutato qualcosa: subito dopo ha comprato un nuovo cellulare con il quale si sospetta abbia telefonato a Mosca. Il giorno successivo non si è presentata a un altro incontro prestabilito con l'agente americano. L'Fbi ha così deciso di rompere gli indugi e ordinare il suo arresto.