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I pizzicotti dei giornali di destra al Cavaliere

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2010 alle ore 08:05.

«Ho solo dato un pizzicotto, non capisco la sorpresa...», ci diceva stupito (ma forse nemmeno troppo) Vittorio Feltri. La sorpresa – direttore – è che il destinatario del pizzicotto è Silvio Berlusconi. Già, perché a un premier che invitava gli italiani a scioperare contro i giornali «che prendono in giro i lettori», Feltri in prima pagina rispondeva tirandolo in ballo e rimettendo un po' in ordine la classifica. «Ho solo detto quello che pensano tutti: che nell'arte del prendere in giro i più bravi sono i politici». Incluso, quindi, il premier che ormai da 16 anni fa il politico e non più l'imprenditore. «Forse vi era sfuggito qualcosa ma sono stati almeno una trentina i fondi critici che ho scritto finora», insisteva il direttore del Giornale parlando di un «mugugno» crescente tra i lettori-elettori del Pdl. Il fatto è che questo mugugno deve essere diventato forte a giudicare dalla prima pagina del Giornale di ieri dove non c'era solo il «pizzicotto» ma pure un editoriale sulla «manovra e i ripensamenti», un focus sulla «guerra per bande» nel Carroccio e un altro commento sui sacrifici e il buon esempio che dovrebbe arrivare dal Palazzo. Non mancava niente. Insomma, che succede? Scricchiola così tanto la base berlusconiana?

Sfogliando i giornali dell'area di centro-destra si direbbe proprio di sì. Prendiamo il quotidiano di Maurizio Belpietro, Libero. Senza esitazione, ieri dava del «pirla» ai dirigenti, alleati e governatori del Pdl confidando in un colpo d'ala del premier. Ma forse a fare più male di tutti, ieri, era Il Tempo. Al suo direttore, il quarantenne Mario Sechi, è bastato mettere una percentuale scritta a caratteri cubitali sulla prima pagina per incalzare il governo: «43,2%, aumenta la pressione fiscale». Insomma, proprio le tasse, proprio il core business della maggioranza berlusconiana diventa l'oggetto della critica fatta "in casa". Ma che vuol dire questo fuoco amico?
«Guardi io non faccio un giornale di partito. Anche se la carta, l'inchiostro e il mio stipendio me lo paga la famiglia Berlusconi, non rinuncio a vedere le cose. Io seguo i miei umori e soprattutto i miei malumori e siccome ho un certo istinto, riesco a vedere anche quelli dei miei lettori. E sono forti». Per Feltri ormai si è messa in moto un'insofferenza nella base di centro-destra e pure in quella leghista «perché il federalismo non c'è e non ci sarà mai e non so cosa si inventerà Bossi, su chi scaricherà la colpa». Elezioni anticipate? «Sono un indovino sprovveduto ma sono possibili se la Lega sarà in difficoltà e se Berlusconi vedrà che il tirare a campare potrebbe far marcire la maggioranza e lui stesso».

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Tags Correlati: Comitato Esecutivo | Governo | Lega | Mario Sechi | Maurizio Belpietro | Pd | PDL | Silvio Berlusconi | Vittorio Feltri

 

Insomma, i giornali di area lanciano segnali alla politica e – contemporaneamente – fronteggiano la concorrenza in edicola andando incontro ai malumori dei loro lettori. «Facciamo da pungolo all'esecutivo essendo – noi – rappresentanti di una comunità di lettori-elettori del centro-destra che è scontenta. Facciamo né più né meno quello che ha fatto Repubblica con il Pd che prima lo ha lanciato, poi criticato e ora abbandonato surrogandone il ruolo di opposizione davanti alla sua comunità di lettori», spiegava Mario Sechi aggiungendo subito «speriamo che l'epilogo non sia lo stesso per il Pdl». Il direttore incrocia le dita e adesso vede «che le difficoltà del governo nascono da una battaglia già iniziata sul post-Berlusconi. Noi invece gli ricordiamo che l'obiettivo è quella percentuale sul carico fiscale. Alla fine della legislatura sarà la stessa lasciata da Prodi e Visco?». Bella domanda.
C'è poi una comunità nella comunità. «Io – racconta Sechi – sono entrato al Giornale con Feltri e poi sono diventato vicedirettore con Belpietro, sono stato vicedirettore anche a Libero e posso dire che questi due quotidiani hanno creato una "scuola" giornalistica, casuale, involontaria ma con uno stile: il gusto del graffio». O del pizzicotto. E chissà che effetto farà.

STILE GRAFFIANTE

La lettera al premier
I politici, ha scritto ieri Vittorio Feltri (foto) in prima pagina sul Giornale rispondendo al premier che invitava gli italiani a «uno sciopero contro i giornali», sono i «soli più bravi dei giornalisti a prendere in giro i cittadini, lettori ed elettori». «Ho solo dato un pizzicotto» commenta il direttore del Giornale. Posizioni critiche nei confronti della maggioranza sono state assunte anche da altri "fogli di destra" come Libero e Il Tempo

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