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Al via il Tour de France che somiglia all'ultimo Giro per le salite

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2010 alle ore 14:00.
L'ultima modifica è del 30 giugno 2010 alle ore 16:24.

Fa caldo. Si suda. Ronzano i condizionatori. Il frigo è pieno di birre . Si cominciano a trovare i parcheggi in città. Il clima è quello giusto: e visto come è andato il mondiale di calcio, il Tour de France, la manifestazione sportiva che più coincide con l'estate, può cominciare. Già, ma quest'anno, per la 97°edizione, c'è una strana novità. Il Tour, incredibile ma vero, assomiglia al Giro d'Italia! I francesi, con la loro grandeur non l'ammetteranno mai, eppure se si guardano alcuni particolari, bisogna dire il sospetto diventa realtà.

A cominciare dalla partenza che, come per il Giro, avviene questo sabato dall'Olanda con una cronoprologo di 8,5 km da Rottedam. Direte: vabbè, che sarà mai una partenza? Poi il Tour andrà come al solito per la sua strada. No, perché poi il Tour proseguirà in questa rapida marcia di avvicinamento al Giro proponendo alcune tappe che ricordano quello che è successo in maggio nella corsa rosa. Nelle prima frazione (Rotterdam-Bruxelles) per esempio, si correrà sul Mar del Nord. Ecco quindi i colpi di vento, i ventagli, le cadute dietro l'angolo. Una giostra che conosciamo bene.

Poi da Bruxelles si va a Spa riproponendo una specie di Liegi- Bastogne-Liegi con le cotes, fughe, e attacchi da classica del nord. Infine, tanto per dare un'altra botta alla classifica, ecco una specie di mini Parigi-Roubaix con 13 chilometri di pavè nella terza tappa. Siamo vicino alla foresta di Aremberg. Nel pavè si sa può succedere di tutto: imboscate, agguati, colpi di scena e sorprese. E infatti Alberto Contador, il grande favorito, è preoccupato. «Nella prima settimana ci potrebbero essere delle sorprese. Servirà tanta attenzione, però la corsa si deciderà sui Pirenei».

Il pavè come la tappa di Montalcino. Ricordate la tappa delle strade bianche? Al posto della pioggia e del fango, questa volta, probabilmente ci sarà un gran caldo. Ma le pietre bollenti non fanno meno male. Anzi: si rischia di finire arrosto
Ma le analogie col Giro non finiscono qui. Altro esempio: i chilometri a cronometro sono pochi. Prologo a parte, prima dell'arrivo a Parigi c'è solo una prova contro il tempo di 52 km. Un particolare che non fa molto piacere a Contador, specialista con lode nella materia.

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Tags Correlati: Alberto Contador | Alessandro Petacchi | Bruxelles | Floyd Landis | Ivan Basso | Lance Armstrong | Liegi | Mar | Marino Basso | Olanda (squadra) | Parigi | Pau | Pirenei | Rinaldo Nocerini | Società per Azioni | Sport | Tourmalet

 

Poi le montagne. Non mancano: prima le Alpi, poi i Pirenei. Il primo assaggio è alla settima tappa (11 luglio) con l'arrivo a Station de Rousses subito seguito dalla dal traguardo in salita di Morzine-Avoriaz che potrebbe rivoluzionare la classifica.
Dopo un passaggio a Gap (luogo celebre per il mondiale vinto da Marino Basso nel 1972) si va sui Pirenei. Ricordate la canzoncina? Signorina Maccabei dove sono i Pirenei? Professore non lo so, per favore lo dica lei... rispondeva come un'oca la signorina della filastrocca.

Chi va al Tour, invece, i Pirenei li conosce bene. Quest'anno poi c'è un appuntamento speciale. I cento anni del Tourmalet, una delle Montagne Sacre della Grande Boucle. Per festeggiarla bene, ci si passa due volte. La prima nella 16° tappa ( Bagnères-de-Luchon - Pau ) dopo un assaggio del Col d'Aspin e dell'Aubisque. La seconda volta partendo dalla stessa Pau per arrivare proprio sulla cima Tourmalet, cioè sulle nuvole con tanti auguri per chi ci arriva.

Ebbene, a questo punto, chiederete: chi sarà la maglia gialla? Il favorito, come dicevamo sopra, è Alberto Contador. Per forza. Oltre ad aver stracciato la concorrenza negli gli ultimi quattro grandi giri disputati, quest' 'anno ha già all'attivo 8 successi. Lo spagnolo, 28 anni a dicembre, è caricato a pallettoni. A mettergli i bastoni tra le ruote un parterre de rois affollato: il nostro Ivan Basso, fresco come una (maglia) rosa, Lance Armstrong, gli spagnoli Sanchez e Sastre, i due fratelli Schleck, l'inglese Wiggins, Menchov e via decrescendo.

Tra i velocisti torna Alessandro Petacchi dopo un giro da dimenticare. E poi una menzione particolare per Rinaldo Nocerini, toscano di Montevarchi. Ricordate? L'anno scorso fu straordinario protagonista restando nove giorni in maglia gialla. Siccome la fortuna è mobile, quest'anno a marzo la sfiga gli ha presentato il conto: una brutta caduta con frattura della tibia e del perone. Nonostante tutto, con un gran recupero, Nocentini è al via. Tanto di cappello.

Tornando alla pole position, Contador al momento è il più forte. Armstrong punta a chiudere in bellezza vincendo l'ottavo Tour, un record praticamente insuperababile. Ha una squadra fortissima, ma l'età, 38 anni, pesa: e infatti il texano ha detto che questo sarà il suo ultimo Tour prima di tornare in patria a difendersi dalle accuse di frode sportiva («maestro di doping») del suo ex compagno Floyd Landis. Chiudiamo con Ivan Basso: può salire sul podio. Dopo il Giro si è subito concentrato sul Tour. Ha quasi 33 anni e non vuole più perder tempo. La maglia rosa gli ha ridato autostima , ma non sarà una passeggiata.

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