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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2010 alle ore 21:33.
Ieri l'elezione come primo presidente della Feps, la Fondazione europea di studi progressisti, ma il cammino era cominciato mesi fa. Esattamente il 7 dicembre scorso a Praga, al congresso il congresso Pse, dove Martin Schulz aveva già fatto trapelare che Massimo D'Alema sarebbe stato indicato a guidare la "Fondazione delle fondazioni" visto che la Feps raccoglie 39 think tank di tutti i Paesi dell'Unione. In quei giorni i rapporti tra il Pd e i socialisti europei erano piuttosto tesi per la vicenda di Mr Pesc – che aveva visto tramontare la candidatura dalemiana – e allora si parlò di una forma di "risarcimento" del Pse verso il presidente del Copasir.
Una lettura maliziosa che fu smentita subito dal segretario Pierluigi Bersani, anche lui a Praga con D'Alema, nel ruolo di "osservatore" dopo che il Pd aveva rifiutato l'approdo nel Pse e fatto ri-nominare il gruppo al Parlamento europeo in "socialisti e democratici". E qui sta il nocciolo della questione che ancora ieri – dopo la votazione unanime dell'assemblea Feps a D'Alema – correva tra i Democratici.
Il punto lo spiegava Arturo Parisi che si è preso l'onere di guastare le celebrazioni. «È la dimostrazione che siamo al punto di partenza e che non è stato il Pd a cambiare i socialisti ma i socialisti a cambiare il Pd». Così parlava l'ex ministro della Difesa ma è servito chiedergli di più per capire meglio. «Il fatto che D'Alema provenga dal Pd, che non è un partito socialista, e il fatto che la Feps preferisca definirsi "progressista", non sono sufficienti a dimostrare il potenziale innovativo della nomina. D'Alema – chiariva Parisi – rivendica l'appartenenza alla famiglia socialista nella quale è stato vicepresidente dell'Internazionale. Inoltre la Feps riunisce tutti i partiti socialisti con l'obiettivo di promuovere una agenda socialista, coordina le fondazioni della sinistra europea e tra i partiti associati, vede ancora inclusi i Ds. Altro che innovazione!». In effetti, i Ds sono nella lista dei membri Feps in quanto ancora scritti nell'elenco dei partiti socialisti europei. Ma il commento di D'Alema, dopo la sua elezione, ha provato a spegnere le polemiche. «È un'opportunità anche per il Pd che non deve temere spostamenti a sinistra perché abbiamo costruito un soggetto nuovo che vada oltre la tradizione socialista».