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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2010 alle ore 15:35.
Il generale David Petraeus è arrivato in Afghanistan ieri sera, inviando subito segnali di unità con la leadership civile nel conflitto che è diventato ormai lo scenario principale dell'impegno militare americano oltreoceano. Petraeus è stato accompagnato dall'ambasciatore americano, Karl Eikenberry, e dall'alto rappresentante civile della Nato, Mark Sedwill.
Gli americani vogliono dimostrare che la loro leadership militare e quella civile sono unite, dopo il terremoto che ha portato alla rimozione del generale Stanley McChristal.
Il presidente Barack Obama la settimana scorsa ha deciso di rimpiazzare McChrystal con Petraeus al comando delle truppe in Afghanistan dopo una controversa intervista a Rolling Stone, in cui il generale ha attaccato la Casa Bianca apertamente e senza peli sulla lingua.
Petraeus ha detto che aderirà ad alcuni capisaldi dell`approccio chiamato di "contro ribellione", o Coin, impersonato da McChrystal. Tra questi il principio di evitare il più possibile vittime civili, a cui il suo predecessore teneva moltissimo per guadagnare credibilità con la popolazione. Petraeus ha detto nei giorni scorsi che "esaminerà molto attentamente" il modo in cui le direttive del precedente comandate sono state attuate. Oggi al suo arrivo sono stati già uccisi per errore due civili.
E' un invito all'unità di intenti quello che il nuovo comandante delle truppe Usa e della Nato in Afghanistan, il generale David Petraeus, ha rivolto questa mattina a tutte le autorità civili e militari impegnate negli sforzi di ricostruzione dell'Afghanistan. La cooperazione «non è un'opzione» ma deve essere una scelta precisa e senza ripensamenti, ha detto il comandante Usa, che ha sostituito nell'incarico il suo omologo Stanley McChrystal.
Nel quadro di questo sforzo importante, la cooperazione non è un'opzione. Esponenti civili e militari afgani e internazionali, siamo tutti parte di uno stesso team che ha un unico obiettivo", ha detto Petraeus. Occorre compiere «uno sforzo durante il quale si deve mostrare unità di intenti», ha aggiunto il generale, assicurando che »il successo degli afgani è il successo di tutta la comunità internazionale».