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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2010 alle ore 17:32.
«Io vado avanti e sono pronto anche alla conta interna». È un Silvio Berlusconi determinato quello che si appresta all'ennesima settimana di passione. Secondo quanto risulta all'Ansa il premier avrebbe spiegato ad alcuni dirigenti Pdl di essere assolutamente determinato a una verifica sul campo della coesione della maggioranza. L'occasione? Giovedì al momento del voto sulla mozione di sfiducia ad Aldo Brancher. Berlusconi è convinto di avere i numeri per andare avanti e portare a termine gli obiettivi fissati dall'agenda del governo. In caso contrario, avrebbe ricordato il Cavaliere, la parola passerà al Capo dello Stato. Sarà Napolitano a decidere se ridare la parola agli elettori o dar vita ad un governo non voluto dagli italiani.
E sul "caso Brancher", a pochi giorni dalla discussione, della mozione di sfiducia, il ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi avverte che chi voterà con l'opposizione dovrà essere considerato automaticamente fuori dal Pdl. Decisiva nell'atteggiamento in aula dei finiani, tra i maggiori indiziati di "mal di pancia" all'interno del centrodestra, sarà la decisione di Brancher se presentarsi o meno all'udienza al tribunale di Milano in programma per domani. Il ministero è infatti imputato di appropriazione indebita nell'ambito della vicenda Antonveneta e, dopo avere in un primo tempo dichiarato di volere utilizzare il legittimo impedimento, vi aveva rinunciato.
Ma l'opposizione attacca. «Se questo esecutivo non è in grado di governare la palla passi al Colle perché l'Italia in questo momento di crisi economica ha bisogno di essere governata». Il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, in una intervista a Sky Tg24, ha spiegato che la situazione nel centrodestra si sta aggravando al punto da richiedere una soluzione politica diversa. «Nella maggioranza – per Letta – stanno esplodendo tutte le contraddizioni: dal federalismo, alle intercettazioni, alla difficoltà a gestire la manovra economica con refusi sulle pensioni, scontro con gli enti locali e polemiche sulle tredicesime».
Secca la replica del portavoce del Pdl Daniele Capezzone: «Enrico Letta e il Pd possono mettersi il cuore in pace. Gli italiani hanno scelto un premier, un governo, una maggioranza, un programma. Il resto sono chiacchiere, vecchia politica e giochi di palazzo»