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Il Papa nella terra di Celestino V: l'abbraccio a terremotati e senza lavoro

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2010 alle ore 14:32.

SULMONA (L'AQUILA) - Ci sono più di 30 gradi all'ombra in piazza Garibaldi, e di ombra c'è ben poca. Nel cuore di Sulmona Benedetto celebra la messa, ma dieci sacerdoti sono colpiti da malore per il troppo caldo. All'omelia Joseph Ratzinger – al suo terzo viaggio in terra d'Abruzzo da pontefice – prega «per il mondo del lavoro per coloro che portano impresse le ferite del terremoto». In questo tempo di "instabilità economica che rende incerto il vivere quotidiano di tanti nostri fratelli i governanti sappiano promuovere leggi sagge e giuste capaci di favorire lo sviluppo dell'umanità».

Ad ascoltare il Papa c'è Gianni Letta, braccio destro di Silvio Berlusconi e plenipotenziario dei rapporti con il Vaticano, che annuisce quando il Papa prega «per i fratelli che attraversano l'ora della sofferenza, della solitudine e del dolore e per coloro che portano impresse le ferite del terremoto». Benedetto XVI lo scorso anno aveva celebrato una messa nella caserma della Guardia di Finanza a Coppito, cuore logistico degli aiuti ai terremotati, e aveva visitato Onna, paese simbolo del tragico sisma del 6 aprile 2009. Ma il pontefice prega anche per «la salvaguardia del creato», «le famiglie», il Papa e la Chiesa, «sposa di Cristo», perchè «non abbia mai timore di consegnarsi totalmente alla sua volontà». Parole che pesano specie in questi tempi difficili per la Santa Sede e la Chiesa universale, stretta tra gli effetti devastanti della pedofilia tra i religiosi – che innesca anche dei forti conflitti interni tra le gerarchie, come denunciato più volte dallo stesso Ratzinger - e i sospetti di malaffare che spuntano dalle inchieste in Italia sugli appalti, e in particolare sulla gestione di Propaganda Fide (ieri ha nuovamente incontrato, per la quarta volta in un mese, il capo del dicastero, cardinale Ivan Dias). Benedetto XVI lancia qualche segnale inequivocabile: i sacerdoti – dice - devono essere «testimoni chiari e credibili» della «riconciliazione con Dio» aiutando l'uomo d'oggi a «recuperare il senso del peccato e del perdono». La visita pastorale a Sulmona è in onore di Celestino V, il pontefice che dopo quattro mesi dall'elezione al Soglio di Pietro tornò a fare l'eremita che aveva «una chiara coscienza del peccato, sempre accompagnata da un'altrettanto chiara coscienza dell'infinita misericordia di Dio verso la sua creatura». Quale il messaggio che arriva dal papa del ‘200 che fece il ‘gran rifiuto'? «Desidero esortare i sacerdoti - ha concluso il Papa - a farsi testimoni chiari e credibili della buona notizia della riconciliazione con Dio, aiutando l'uomo d'oggi a recuperare il senso del peccato e del perdono di Dio».

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Tags Correlati: Abruzzo | Benedetto XVI | Chiesa Apostolica Romana | Franco Messori | Gianni Letta | Italia | Papa Celestino V | Propaganda | Sergio Romice | Silvio Berlusconi | William Levada

 


Di peccato e perdono il papa aveva parlato pochi giorni fa incontrando il vescovo di Augusta Walter Mixa, dimissionario a seguito di accuse di maltrattamenti e abusi. In quella occasione Benedetto XVI apprezzando l'ammissione degli «errori» da parte del vescovo aveva anche esortato al perdono. Errori che naturalmente non solo quelli gravissimi delle molestie sessuali (sulle quali è in arrivo una stretta, e non a caso ieri ha incontrato il prefetto per Dottrina della Fede, cardinale William Levada, che sta perfezionando un testo che modificherà quello del 2001 sui ‘delitti gravi). Infatti all'Angelus ha esortato «ad apprezzare uno stile di vita sobrio, per conservare più liberi la mente e il cuore e per poter condividere i beni con i fratelli». Tutti temi che ricorrono spesso nella pastorale di Ratzinger, che esorta i preti (ma anche i vescovi) a non usare la chiesa come uno strumento di carriera e di affermazione personale.
La visita pastorale di Benedetto XVI a Sulmona prevede, fra l'altro, un incontro, strettamente privato e al riparo dalle telecamere, con una delegazione di detenuti e responsabili della locale Casa circondariale, detta anche il «carcere dei suicidi» per il gran numero di carcerati che vi si sono tolti la vita negli ultimi anni. Oltre ai detenuti e alcuni agenti di custodia, presenti il direttore del carcere, Sergio Romice, e il cappellano, padre Franco Messori dei Maristi. Benedetto XVI, che varie volte nei suoi discorsi ha rivolto il suo pensiero ai carcerati, visitò nel 2007 l'Istituto penale per minorenni di Casal del Marmo, a Roma.


Lontano dalle telecamere Benedetto XVI, nel corso della visita apostoilica a Sulmona, ha incontrato a metà pomeriggio un gruppo di cinque detenuti del carcere della città, conosciuto anche come il "carcere dei suicidi". «Vi auguro di cuore che possiate trovare la vostra via e dare un contributo alla società secondo le vostre capacità e i doni che Dio vi ha dato» ha detto. Un incontro che ha preceduto di poco quello con i giovani, affluiti nella cattedrale della città abruzzese. «Vogliate bene alla Chiesa: vi ha dato la fede, vi ha fatto conoscere Cristo! Vogliate bene al vostro Vescovo, ai vostri sacerdoti che, pur con tutte le loro debolezze, sono presenze preziose nella vita!»: così il Papa ha esortato i giovani, con chiaro riferimento allo scandalo pedofilia che a quanto risulta starebbe facendo registrare in molte zone d'Italia un calo di affluenza sia nelle parrocchie che nelle scuole cattoliche.


Da segnalare infine che al termine della mattinata si sono registrati degli attimi di tensione quando un uomo ha tentato di salire sul palco dove il Pontefice officiava la messa, nella piazza centrale della città. Agenti del Corpo forestale dello Stato, in servizio di ordine pubblico in piazza Garibaldi a Sulmona, hanno bloccato a circa 10 metri dalla scalinata un uomo di anni 45 nato a Rosciano (Pescara). La pattuglia, insospettita per il comportamento ambiguo e per l'abbigliamento trasandato dell'uomo, lo ha tenuto sotto osservazione e seguito a distanza per poi bloccarlo nei pressi della prima fila riservata alle autorità, prima che si avvicinasse alla scalinata. Il fermato non ha opposto resistenza agli agenti, che lo hanno condotto con discrezione lontano dal Santo Padre e dalle autorità presenti e hanno effettuato i primi controlli del caso. L'uomo, informa la forestale, è risultato sprovvisto di qualsiasi pass per l'accesso a Piazza Garibaldi ed è già noto alle forze di polizia in quanto è stato più volte denunciato per reati contro la persona, il patrimonio, porto abusivo di armi e detenzione e spaccio di stupefacenti. Gli agenti completati gli accertamenti di rito hanno consegnato l'uomo alla squadra mobile della Polizia di Stato dell'Aquila.

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