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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2010 alle ore 11:02.
Dopo tanti anni è tornato uno sceriffo nel gruppo che controlla la corsa e obbliga i ciclisti a rispettare gli ordini. Così era chiamato Francesco Moser negli anni 70 e 80; lo sceriffo dei nostri giorni è Fabian Cancellara che ieri, dopo l'ennesima serie di cadute che ha coinvolto molti big della corsa, ha imposto al gruppo di non disputare la volata finale per protestare contro la pericolosità dei percorsi. Un gesto clamoroso che ha fatto discutere e, soprattutto, ha irritato molte squadre rimaste escluse da premi e abbuoni.
In un finale al veleno non è sfuggito un labiale (da squalifica) di Cancellara contro i ribelli del gruppo.
E così è quasi passata in secondo piano la fuga e la vittoria di Sylvain Chavanel, un corridore di buon valore: il francese ha anche conquistato la maglia gialla strappandola proprio allo sceriffo svizzero.
La tappa belga da Bruxelles a Spa, lungo il tracciato della Liegi-Bastone-Liegi, ha riproposto un copione già visto domenica; strade strette, a lunghi tratti bagnate con numerose cadute che hanno travolto i big. Domenica a Bruxelles (dove ha vinto Petacchi con uno scatto che ricorda i suoi tempi migliori) sono stati coinvolti sprinter del calibro di Mark Cavendish e Oscar Freire e ieri altri uomini di classifica. A proposito di pretendenti al successo finale in una delle cotes più dure mentre molti capisquadra non nascondevano evidenti smorfie di fatica, Alberto Contador gustava tranquillamente una barretta di cioccolato. Un segnale poco incoraggiante per gli sfidanti dello spagnolo.