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L'affaire Bettencourt arriva a Sarkozy

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2010 alle ore 08:34.


PARIGI. Dal nostro corrispondente
È un tale stillicidio che ogni goccia provoca un effetto valanga. Da ieri l'affaire Bettencourt-Woerth chiama direttamente in causa l'Eliseo dopo le ennesime rivelazioni bomba di Mediapart, il sito d'informazione che si sta dedicando anima e corpo a seguire uno degli scandali più intricati degli ultimi anni.
Intervistando un'ex contabile della solita famiglia Bettencourt, Claire T., Mediapart ha rivelato la possibile esistenza di fondi neri dell'Ump per finanziare la campagna presidenziale di Nicolas Sarkozy nella primavera del 2007. Si tratterebbe, ha detto l'intervistata, di 150mila euro in contanti, in busta chiusa, consegnati al tesoriere del partito, guarda caso Eric Woerth, oggi ministro del Lavoro e fino a qualche mese fa ministro del Bilancio e in quanto tale responsabile del fisco. Sulla sua testa, dunque, un'altra tegola, dopo che precedenti rivelazioni, sempre by Mediapart, avevano messo in luce il ruolo della moglie, Florence, come gestore patrimoniale di Liliane Bettencourt, azionista di riferimento del colosso mondiale della cosmesi, L'Oréal.
In realtà nei confronti del membro del governo, tuttora tesoriere dell'Ump, le notizie imbarazzanti sono ormai una lunga catena, compreso il rimborso di 30 milioni di euro di cui avrebbe beneficiato Madame Bettencourt grazie allo scudo fiscale e nonostante si fosse dimenticata di dichiarare due conti in Svizzera da 80 milioni di euro e la proprietà di un'isola alle Seychelles. Nonostante tutto ciò e nonostante altre indiscrezioni che hanno indicato frequenti andirivieni della moglie tra la Francia e la Svizzera, Woerth non ha finora voluto riconoscere il conflitto d'interessi che incombe sull'intera vicenda e che comincia a essergli rimproverato (o suggerito) da alcuni compagni di partito.
Ieri ha reagito stizzito all'ennesimo scoop di Mediapart: «Le mie dimissioni restano fuori questione. Non ho nulla di cui rimproverarmi. Con me il partito non ha ricevuto un centesimo di euro illegalmente». La legge sui finanziamenti ai partiti consente donazioni per un massimo di 7.500 euro all'anno, che si riducono a 4.600 euro per un singolo candidato. Claire T. ha parlato di pratiche un po' diverse, insistendo sul fatto che lo stesso Sarkozy, già quando era sindaco di Neuilly, comune in cui risiede la miliardaria assieme ad altri grandi patron di Francia, era un habitué di casa Bettencourt. Anche lui, secondo l'intervistata che ricorda conversazioni a voce alta sull'argomento poiché M.me Liliane già allora era un po' sorda, sarebbe stato destinatario di buste in contanti.

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Tags Correlati: Alain Joyandet | Clymène | Eliseo | Eric Woerth | François Fillon | Governo | Liliane Bettencourt | Liliane M.me | Madame Bettencourt | Nicolas Sarkozy | Oreal | Parigi | Svizzera | Ump

 

Da più parti si aspettava già ieri una reazione dell'Eliseo e fonti del partito di maggioranza ritengono che presto il presidente interverrà pubblicamente sull'argomento. In trasferta, Sarkozy ha fatto parlare alcuni suoi collaboratori che hanno definito le rivelazioni «completamente false e il cui scopo è solo quello di calunniare senza aver alcun riscontro nella realtà». Claire T. ha però sostenuto nell'intervista a Mediapart che le sue dichiarazioni possono essere facilmente verificate controllando i quaderni contabili da lei consegnati nel 2008 a un consulente di Liliane Bettencourt.
Tirato nuovamente in ballo dalle rivelazioni, il direttore della società di gestione patrimoniale della miliardaria, Patrice de Maistre, le ha definite «completamente false e prive di fondamento».
Le vicenda ha già destabilizzato non poco il governo, nonostante le ripetute manifestazioni di solidarietà nei confronti di Woerth (ieri il premier Fillon ha parlato di «caccia all'uomo») e nel fine settimana, anche con l'intento di placare l'opinione pubblica, due ministri si sono dimessi: Alain Joyandet, segretario di stato alla Francofonia e alla Cooperazione, sospettato di abuso edilizio, e Christian Blanc, potentissimo responsabile del progetto sarkozyano della Grande Parigi. Resiste, e c'è sempre da chiedersi fino a quando, il soldato Woerth, portatore della riforma più importante del quinquennato, quella delle pensioni. È la sola ragione, si sostiene negli ambienti politici parigini, per la quale non è stato ancora sacrificato. Ma adesso che lo scandalo sfiora l'Eliseo, l'affaire Bettencourt-Woerth è diventato molto più di un tormentone estivo destinato a passare come la calura, pardon, la canicole.
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L'ALTRO SCANDALO
Sigari e aerei, le spese pazze dei due sottosegretari

Il 4 luglio, dopo lo scandalo spese-pazze sollevato dalla stampa, si sono dimessi il sottosegretario per la Cooperazione, Alain Joyandet, e il sottosegretario con delega per il progetto Grande Parigi, Christian Blanc. A marzo Joyandet era finito nella bufera per aver speso 116.500 euro per noleggiare un jet privato che lo portasse nella Martinica per una riunione sul terremoto a Haiti. Sono poi arrivate le accuse di aver tentato di ampliare la sua villa a Saint Tropez grazie a un permesso illegale. Blanc (nella foto sopra) è finito nei guai il mese scorso, quando si è scoperto che il suo gabinetto aveva speso 12.500 euro dei contribuenti per l'acquisto di sigari
L'ESCALATION

Tre settimane di rivelazioni
Il 16 giugno il sito Mediapart pubblica estratti delle registrazioni pirata realizzate tra maggio 2009 e maggio 2010 dal maggiordomo di Liliane Bettencourt, ereditiera dell'Oreal, da cui emergono frodi fiscali, donazioni a membri del partito di maggioranza (l'Ump) e legami tra la miliardaria, Eric Woerth, ministro del Lavoro ed ex ministro del Bilancio, e la moglie Florence, che dal 2007 lavora per Clymène, la società che gestisce la fortuna della Bettencourt
La signora Woerth nel mirino
Il 21 giugno Woerth annuncia che la moglie si dimetterà da Clymène; quindi afferma che né lui né sua moglie erano «al corrente di frodi o evasione fiscale» e nega di aver bloccato un'indagine del fisco nei confronti di Bettencourt o dell'Oreal. Il ministro esclude le dimissioni e riceve il sostegno del primo ministro François Fillon
Il 25 giugno il procuratore di Nanterre afferma di aver messo a disposizione delle autorità fiscali un dossier su possibili frodi da parte della Bettencourt
Il 26 giugno l'Eliseo dichiara che «il presidente della repubblica non ha nulla da rimproverare a Eric Woerth»; poi Sarkozy afferma di non avere alcuna intenzione di chiedere al ministro del Lavoro di dimettersi dall'incarico di tesoriere dell'Ump
L'ultima accusa
Il 6 luglio un'ex contabile della Bettencourt afferma che Woerth ha ricevuto, in qualità di tesoriere dell'Ump, 150mila euro in contanti per finanziare la campagna presidenziale di Nicolas Sarkozy, nella primavera del 2007. Lo staff di SArkozy e il gabinetto di Woerth negano, il ministro ribadisce di non avere intenzione di dimettersi

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