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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2010 alle ore 20:55.
Bombardate l'Iran nucleare, per favore. A chiederlo, quasi a implolarlo, non è un neoconservatore americano, non è un esponente della destra israeliana. Non è nemmeno un militare o un colono. Non è un crociato né un ebreo sionista. La richiesta di fermare i programmi atomici degli ayatollah islamici di Teheran è di un arabo, di un musulmano, di un rappresentante ufficiale di uno dei paesi del Golfo.
Ad Aspen, in Colorado, durante l'annuale festival delle idee organizzato dall'Atlantic Monthly, l'ambasciatore a Washington degli Emirati Arabi Uniti, Yousef al-Otaiba, ha detto che i benefici di un bombardamento contro le strutture nucleari iraniane sarebbero maggiori rispetto ai costi di breve periodo che un attacco di questo tipo certamente causerebbe. Intervistato da Jeffrey Goldberg dell'Atlantic, l'ambasciatore degli Emirati ha detto apertamente quello che i governi arabi del Golfo dicono da tempo riservatamente agli americani e agli occidentali: un Iran dotato di bomba atomica fa paura, è una minaccia seria, i programmi nucleari vanno fermati, anche con l'uso della forza. La domanda di Goldberg è stata diretta: «Vuole che gli Stati Uniti fermino il programma nucleare iraniano con la forza?». Inequivoca la risposta, malgrado il tentativo del giorno successivo di attenuare la portata della dichiarazione: «Assolutamente, assolutamente sì. Credo che noi rischiamo molto più di voi».
A nome del suo paese, Yousef al-Otaiba ha detto inoltre che «gli Emirati non possono vivere con un Iran nucleare. L'America magari sì. Noi no. I paesi della regione avvertono la minaccia iraniana in modo differente. A settemila miglia di distanza, e con due oceani a fare da confine, la minaccia nucleare iraniana non sembra così credibile per il continente americano. Può minacciare i vostri interessi nella regione, il processo di pace, il bilanciamento dei poteri, qualsiasi cosa, ma non vi minaccia direttamente. Il nostro esercito, invece, si sveglia, sogna, respira, mangia e dorme con la minaccia iraniana. E l'unica preoccupazione conventzionale per cui il nostro apparato militare si prepara e si addestra. Non ce ne sono altre. Non ci sono altri paesi che ci minacciano. C'è solo l'Iran. E' davvero nel nostro interesse che l'Iran non acquisisca la tecnologia militare».