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Inchiesta sui fondi neri a Sarkozy

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2010 alle ore 08:48.

PARIGI. - Dall'affaire Bettencourt, ormai diventato affaire Bettencourt-Woerth-Sarkozy, si è aperto ieri un nuovo filone giudiziario. La procura di Nanterre ha infatti deciso di aprire un'inchiesta preliminare sulle dichiarazioni rese dall'ex contabile di Liliane Bettencourt, Claire Thibout, secondo la quale nel 2007 150mila euro in contanti sarebbero stati consegnati da Patrice de Maistre, gestore patrimoniale e braccio destro della donna più ricca di Francia, al tesoriere dell'Ump Eric Woerth per finanziare la campagna presidenziale di Nicolas Sarkozy.


Queste rivelazioni, pubblicate martedì dal sito d'informazione Mediapart, hanno fatto prendere alla vicenda, finora concentrata su presunta evasione fiscale e conflitto d'interessi, tutt'altra piega. È il capo di stato ad essere chiamato direttamente in causa come destinatario di presunti fondi neri. La legge francese sul finanziamento ai partiti stabilisce un versamento massimo annuo di 7.500 euro che per il singolo candidato si riducono a 4.600. La testimonianza della contabile riferisce di prelievi in contanti eseguiti direttamente da lei su indicazione della Bettencourt, operazioni di cui ieri gli inquirenti sembrano aver trovato un primo riscontro: 50mila euro prelevati direttamente dal conto dell'ereditiera dell'impero L'Oréal in un'agenzia Bnp Paribas sull'avenue de la Grande Armée. Resta tutto da stabilire il legame tra questo prelievo e l'eventuale passaggio nelle mani del tesoriere Ump, che ieri ha sporto querela contro ignoti, e il personaggio chiave diventa a questo punto l'ex contabile. Solo che ieri Claire Thibout, secondo fonti giornalistiche, sembrava aver fatto perdere completamente le proprie tracce.

Quanto al capo di stato, secondo fonti dell'Eliseo dovrebbe esprimersi sull'argomento il 13 luglio. C'è molta attesa su quello che potrà dire e fare Nicolas Sarkozy, finora piuttosto defilato sull'intera vicenda che sembrava toccare unicamente il suo ministro. La difesa a oltranza di Eric Woerth veniva motivata negli ambienti politici dal fatto che l'ex ministro del Bilancio gestisce oggi al Lavoro il dossier più importante del quinquennio presidenziale, la riforma delle pensioni.

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Tags Correlati: Bernard Kouchner | Bnp Paribas | Claire Thibout | Eliseo | Eric Woerth | Francia | François Baroni | Giustizia | Grande Armée | L'Oréal | Liliane Bettencourt | Nanterre | Nicolas Sarkozy | Patrice de Maistre

 

Domani si saprà qualcosa in più sul destino di Woerth poiché l'ispezione generale delle finanze rimetterà all'Eliseo un rapporto sull'attività del ministro quando era titolare del Bilancio e in quanto tale responsabile del fisco. Precedenti rivelazioni di Mediapart avevano insinuato un trattamento di favore nei confronti di Liliane Bettencourt, sospettata già dalla procura di Nanterre di irregolarità fiscali. In realtà si è poi scoperto che tali irregolarità esistevano sotto forma di conti non dichiarati in Svizzera per un valore di circa 80 milioni di euro e un'isola di proprietà alla Seychelles. Il ministro sapeva e ha fatto finta di nulla? Al momento non vi sono prove di laissez faire, ma il successore di Woerth al Bilancio, il ministro François Baroni, ha voluto vederci chiaro e sgomberare il campo da qualsiasi dubbio. Lo stesso Sarkozy ieri si è dichiarato fiducioso sull'esito dell'ispezione generale delle Finanze, ma ha detto con chiarezza che nel caso emergessero irregolarità, allora Woerth sarebbe senza dubbio sanzionato.

In attesa dei chiarimenti, a tutti livelli da parte della magistratura, resta il dato di fatto di un governo estremamente debole e screditato. La tempistica del rimpasto preannunciato da Sarkozy per ottobre (sono tra l'altro sempre più insistenti le voci di un'imminente uscita dal governo del ministro degli Esteri, Bernard Kouchner) potrebbe conoscere un'improvvisa accelerazione, ma tutto dipenderà dalla capacità di resistenza del soldato Woerth e dalla disponibilità dei suoi superiori a difenderlo.
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