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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2010 alle ore 14:14.
Attenzione sempre alta sulla stampa estera per la difficile situazione politica italiana. "Berlusconi perde appoggio in Italia", titola oggi El Pais, che si azzarda solo a prevedere strenue lotte di potere: "Il Cavaliere non si arrenderà. Perdere il potere equivale a perdere l'immunità". Anche il francese Le Monde ha osservato, nel week-end, che le cose sono messe male per il premier italiano. "Rien ne va plus per Silvio Berlusconi": "perde i suoi ministri, è sull'orlo della rottura con il suo alleato Gianfranco Fini, la sua popolarità è in calo" e stenta a far passare il suo piano d'austerità. Tanto che "ha evocato pubblicamente la sua partenza" qualora non riuscisse a fare approvare la manovra.
El Pais – che nei giorni scorsi ha definito "irrespirabile" il clima politico e sociale in Italia – ora prende spunto dall'ultimo sondaggio del Corriere della Sera secondo cui solo il 31% degli italiani ha fiducia nel governo Berlusconi, un calo di 13 punti rispetto a gennaio. "La successione di scandali e l'acuta divisione dell'alleanza di governo sembrano avere fatto un'intaccatura nell'elettorato", scrive il corrispondente Miguel Mora.
Il quotidiano spagnolo riferisce degli ultimi sviluppi giudiziari che riguardano "una loggia massonica affine al partito di maggioranza": la magistratura sospetta che Denis Verdini e Marcello Dell'Utri siano "i referenti politici" del gruppo che il giudice chiama "la nuova Propaganda 2" ("un riferimento alla loggia di Licio Gelli in cui militò Berlusconi"). "Il potere occulto, conosciuto attraverso le vituperate intercettazioni telefoniche, si estende a meandri vicini alla Camorra", continua El Pais.
Va male anche sul fronte politico: non sembra ci sia modo di aggiustare la frattura con Fini. Ultimo esempio, le opposte dichiarazioni sulla libertà di stampa: per Berlusconi "non è un diritto assoluto", mentre per Fini "la libertà di stampa non è ancora sufficiente".
"Se Berlusconi non si è ancora sbarazzato di Fini è perché non può": i 35 deputati finiani "potrebbero far cadere il governo alla prima mozione di sfiducia". Ma, secondo il quotidiano, "è difficile che il presidente Giorgio Napolitano accetti di sciogliere le Camere e andare a nuove elezioni, come chiedono Berlusconi e la Lega". La cosa più "sensata", secondo El Pais, sarebbe allora quanto suggerito dall'ex leader Dc Ciriaco De Mita: "Un governo costituente formato da tutte le forze politiche. Ma senza Berlusconi".