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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 17:08.

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Cerchiai (Ania): «Tariffe Rc auto giù del 20% in 5 anni». Confartigianato, Cna e Casartigiani: «Falso»Cerchiai (Ania): «Tariffe Rc auto giù del 20% in 5 anni». Confartigianato, Cna e Casartigiani: «Falso»

Tra il 2005 e il 2009 il prezzo medio dell'Rc auto in termini reali, ossia al netto dell'inflazione (pari nel periodo al 10,4%), è diminuito di oltre il 20 per cento. A parlare è il presidente dell'Ania, Fabio Cerchiai, nel corso di un'audizione in Commissione Industria, a Palazzo Madama, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul settore dell'assicurazione di autoveicoli. Non considerando, quindi, lo scarto dell'inflazione, secondo il numero uno dell'Ania, le tariffe dell'Rc auto si sono ridotte, nello stesso periodo, dell'11,8%, di cui il 3,9% nel solo 2009.

Cifre contestate dai carrozzieri di Confartigianato, Cna e Casartigiani, che, stamane, a Roma, nel corso di una conferenza stampa, avevano evidenziato come, invece, da febbario 2007, e cioè da quando è stato introdotto l'obbligo di richiede l'indennizzo alla propria assicurazione (risarcimento diretto), a maggio 2010 si fossero registrati aumenti del 12,5% dei prezzi delle assicurazioni dei mezzi di trasporto, il 3,6% in più rispetto alla media dei paesi dell'area euro. In Italia, peraltro, aggiungono, i premi Rc auto sono più cari del 58,1% rispetto alla media degli altri Paesi. A differenza delle tariffe orarie di riparazione, che sono molto più contenute: il costo medio orario per la manodopera è, fanno notare, di 26 euro (contro i 61 euro della Germania, i 55 dell'Olanda, i 39 del Belgio, i 31 della Francia e i 30 della Spagna).

Cerchiai ha comunque evidenziato come il sistema dell'Rc auto in Italia presenti «anomalie strutturali», che se non saranno risolte in tempi brevi, «potrebbero determinare una dinamica progressiva di crescita dei costi e dei prezzi, innestando una spirale pericolosissima». Da tenere sott'occhio è, in primo luogo, l'esborso per i risarcimenti, che, nel 2009 ha toccato quota 15 miliardi, di cui ben 9,5 miliardi relativi ai soli danni fisici (3,5 miliardi, per invalidità permanente e circa 6, per morti e invalidità superiori). Questo perché, ha ricordato Cerchiai, in Italia il numero dei sinistri con almeno un danno alla persona tocca quota 21%, il doppio di quello osservato nel resto dell'Europa. E, addirittura, in 16 province, supera il 30%, con punte del 40% a Crotone, Brindisi, Taranto, Foggia. A finire nel mirino, secondo il presidente dell'Ania, è «un'impropria applicazione dei criteri previsti per la valutazione delle invalidità micro-permanenti (1-2 punti percentuali) e da un praticantato giudiziario inopportunamente benevolo». Basti pensare, ha aggiunto, che queste "pseudo-lesioni" rappresentano oltre il 70% delle lesioni non gravi, con una spesa per le imprese assicuratrici di circa 1,7 miliardi di euro l'anno. Vale a dire oltre l'11% degli oneri totali per sinistri Rc auto.

Da segnalare, anche, come il 2,5% dei sinistri abbia un'origine fraudolenta, con picchi dell'8,9% a Foggia, dell'11,4, a Napoli, e del 12,2% a Caserta. Di qui, le proposte dell'industria assicurativa, direttamente al Governo, di adottare, intanto, criteri di accertamento delle invalidità più rigorosi, che, secondo Cerchiai, potrebbero portare un abbattimento dei costi e dei prezzi dell'Rc auto di circa il 10 per cento. Indispensabile, poi, l'istituzione dell'agenzia pubblica per il contrasto delle frodi assicurative, come anche definire la tabella prevista dal codice delle assicurazioni per la valutazione economica delle lesioni gravi, visto che le nuove tabelle predisposte dai Tribunali hanno condotto a un aumento del 15% del costo dei risarcimenti, con un impatto tariffario pari al 5 per cento. Tra i correttivi richiesti, anche, una procedura giuridica certa per il risarcimento diretto e la revisione delle norme sul bonus-malus, che, ha concluso Cerchiai, «attraverso una procedura illogica ha finito per premiare chi non lo meritava e ha determinato un aumento delle tariffe, per tutti gli assicurati, del 3% ogni anno».

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