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Non decolla la spesa Fas per il Sud

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 08:01.

ROMA - L'accelerazione prevista per la spesa del fondo aree sottoutilizzate (Fas) nelle regioni del sud non ci sarà neanche nel 2010. Il rapporto annuale 2009 del dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, ora messo alle dipendenze di Palazzo Chigi, prevede che «il picco inizialmente previsto per il biennio 2009-2010 viene spostato in avanti di un anno subendo contemporaneamente una riduzione di importo inferiore al 5 per cento». Il «perdurare del clima di incertezza» potrà comunque aggravare questo ritardo.

Il rapporto sarà presentato giovedì alla Camera - alla presenza di Gianfranco Fini - dal ministro per i rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, che ha acquisito di recente anche la delega «per la coesione territoriale». Nel documento è contenuta il bilancio delle politiche nazionali e regionali di sviluppo, con l'utilizzo dei fondi comunitari e nazionali. Viene stimata per il 2009 un'ulteriore caduta del 4% della spesa pubblica per investimenti rappresentata per più del 50% da fondi europei e Fas (450 euro sugli 879 di spesa in conto capitale pro capite). Crescono del 24% i trasferimenti in conto capitale (soprattutto spesa pensionistica). Anche la commissione Ue lamenta il mancato affiancamento ai fondi Ue di una adeguata pianificazione nazionale e parla di «limitata addizionalità degli interventi e scarso apporto delle politiche ordinarie».
A concorrere alla lentezza della spesa Fas ci sono vari fattori nazionali e locali: il ritardo nelle procedure di attivazione dei programmi, i provvedimenti di legge e amministrativi che hanno ridisegnato il valore e la destinazione territoriale delle risorse disponibili creando ulteriore incertezza, l'incapacità di spesa delle regioni e degli enti locali, il mancato arrivo al Cipe dei piani regionali che però - ed è una notizia contenuta nel rapporto - hanno tutti superato l'istruttoria tecnica del ministero dello sviluppo economico, con l'eccezione dell'Abruzzo.

Il timbro definitivo del Cipe c'è solo per la Sicilia. Per gli altri programmi regionali meridionali c'è nel rapporto una dettagliata fotografia degli interventi proposti che ora andranno ridiscussi dai governatori con Fitto. Dei complessivi investimenti per 17.214 milioni il 27,5% va alle reti infrastrutturali e alla mobilità, il 14% alla riqualificazione urbana, il 10% alla difesa del suolo, il 9,2% al sostegno alle imprese. Ogni piano destina almeno il 60% delle risorse alle "azioni-cardine", investimenti strategici prioritari di importo superiore a 25 milioni di euro. Sempre più importanti saranno, però, nella programmazione del Fas regionale le premialità per le amministrazioni che registreranno progressi nella capacità di spesa: 3 miliardi sono destinati agli «obiettivi di servizio» proprio con questa finalità.

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Tags Correlati: Camera dei deputati | Cipe | Fondo aree sottoutilizzate | Gianfranco Fini | Ministero dello sviluppo economico | Raffaele Fitto | Sud | Unione Europea

 

La capacità delle amministrazioni resta il vero nodo da sciogliere, per grandi e piccole opere. I tempi di realizzazione delle infrastrutture restano elevatissimi: si va dai 10 anni e mezzo per le grandi opere di importo superiore a 100 milioni ai 5 anni e mezzo per le opere di importo compreso fra 1 e 5 milioni.
Il rapporto costituisce la base informativa su cui Fitto fonderà la riprogrammazione per 40 miliardi di fondi Ue e nazionali, vecchi e nuovi, facendoli confluire nel «piano Sud» concordato con ministri e governatori meridionali.
Nel conto fatto dal ministro, al piano confluirebbero 26 miliardi di Fas regionali 2007-2013, 12 miliardi di fondi Ue 2000-2006 recuperati e tre miliardi di Fas regionali 2000-2006.

giorgio.santilli@ilsole24ore.com

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