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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 16:32.
«Esprimiamo l'auspicio che Berlusconi e Fini riescano, prima della pausa estiva, a mettere fine alla lunga fase di instabilità e di aspro confronto interno inaugurata dall'ultima direzione nazionale». L'area di Spazio aperto, che raggruppa parlamentari finiani ed alcuni esponenti ex Fi, chiede «una nuova unità» del Pdl perchè «in queste ore torna a concretizzarsi la possibilità di una rottura». Le posizioni di Spazio Aperto sono state illustrate in una conferenza stampa al Senato, alla quale hanno partecipato fra gli altri Andrea Augello, Pasquale Viespoli, Silvano Moffa, Roberto Menia, Maria Grazia Siliquini e Maurizio Saia.
L'appello di Spazio aperto recita: «Non esistono scorciatoie o separazioni consensuali: la strada da percorrere è quella di una nuova unità. Nessuno può, in buona fede, sostenere che le polemiche, le cadute di stile, gli errori di valutazione di queste settimane, siano tutti ascrivibili ad una sola parte. In una situazione meno tesa, meno influenzata da pregiudizi e diffidenze reciproche, ci si sarebbe subito accorti che su fronti incandescenti come la legge sulle intercettazioni, il caso Brancher o la stessa manovra finanziaria, le posizioni espresse all'interno del partito erano comunque destinate ad avvicinarsi e ad incontrarsi, come in effetti sta avvenendo in queste ore soprattutto grazie all'iniziativa assunta direttamente da Silvio Berlusconi».
Andrea Augello ritiene che le vicende del Pdl possano concludersi positivamente «con un nuovo equilibrio interno». Per Silvano Moffa «bisogna togliere il Paese da questo preoccupante clima da fine impero. Sulle intercettazioni, ad esempio, è stato trovato un accordo, che recepisce le indicazioni di Fini e del Quirinale». Roberto Menia auspica che «Berlusconi e Fini trovino un accordo ragionevole e chiaro. I due leader trovino un'intesa anche su legalità e questione morale. Il Pdl si deve dare un codice etico».
Augello aggiunge: «Quando si parla di mozioni di sfiducia, è bene che gli organi di partito si riuniscano e si pronuncino ben prima che si arrivi alle mozioni di sfiducia». Pasquale Viespoli ritiene che «la direzione nazionale del 22 aprile abbia segnato uno spartiacque fra prima e seconda fase del partito. Berlusconi e Fini aprano una nuova fase del partito. A seguire ci sarà una nuova configurazione del Pdl».