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Stress test, definito il piano-aiuti

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2010 alle ore 08:17.

BRUXELLES - Massima trasparenza per il massimo di credibilità. È questa la parola d'ordine ufficiale con la quale ieri a Bruxelles i 27 ministri finanziari dell'Unione hanno confermato la decisione di rendere pubblici i risultati sugli stress test condotti sui principali istituti di credito dell'Unione Europea.


«L'obiettivo è la pubblicazione integrale e coordinata dei risultati banca per banca e in tutti i paesi membri, perchè la presentazione dia il massimo di garanzie di credibilità al sistema europeo» ha puntualizzato al termine della riunione il belga Didier Reynders, attuale presidente dell'Ecofin. Non solo.
In omaggio al criterio della maggior trasparenza possibile il 23 luglio, come stabilito, saranno resi noti per ogni gruppo bancario i dati consolidati delle prove di resistenza sotto shock. Compresi quelli relativi alla loro esposizione sul fronte dei debiti sovrani.
Quindici giorni dopo arriveranno anche quelli de-consolidati, che riguarderanno le controllate stabilite in paesi diversi dalla casa-madre e avverranno su iniziativa delle autorità di vigilanza del paese che le ospita. Questo secondo esercizio interesserà però soltanto alcuni Stati, non si sa però quali.

«Ho fiducia sul fatto che nel suo insieme il sistema bancario europeo sia forte e resiliente» ha tenuto a precisare il commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn confermando che, qualora si evidenziassero vulnerabilità, «la ricapitalizzazione da parte degli Stati membri non dovrebbe creare problemi».
Sotto esame sono, come è noto, 91 gruppi transeuropei che rappresentano il 65% del settore bancario dell'Unione, comprese le Landesbanken e le Casse regionali spagnole. Qualora emergessero sacche di instabilità, i ministri hanno concordato ieri una tabella di marcia di intervento. In tre tappe, secondo quanto ha spiegato Rehn.

Prima di tutto l'istituto in difficoltà dovrebbe rivolgersi agli azionisti o al mercato per ricapitalizzarsi. Qualora questo passo risultasse insufficiente, la successiva linea di difesa sarebbe il ricorso al puntello dei Governi o attraverso i fondi di stabilizzazione nazionali oppure attraverso aiuti pubblici classici. In questo caso, come è già accaduto due anni fa nell'emergenza post-Lehman, l'erogazione di sovvenzioni di Stato sarebbe soggetta alle stesse regole di allora, cioè aiuti subito ma entro 6 mesi esame da parte della Commissione Ue circa la loro compatibilità con il regime di concorrenza europeo. Qualora non lo fosse, piani di ristrutturazione obbligati.

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Tags Correlati: Christiane Lagarde | Didier Reynders | Ecofin | Germania | Ristrutturazioni d'imprese | Stati Membri | Wolfgang Schauble

 

Se anche questo secondo passo non bastasse, entrerebbero in gioco gli strumenti di stabilizzazione europei. In particolare la Efsf, la neonata Facility europea per la stabilizzazione finanziaria da 440 miliardi si euro, oltre ai 60 provenienti direttamente dalle casse del bilancio europeo.

«La ricapitalizzazione delle banche attraverso questo veicolo avverrebbe comunque alle stesse severe condizioni previste, qualora vi ricorra uno Stato in difficoltà» ha sottolineato ieri il tedesco Wolfgang Schauble. In ogni caso a battere a questa cassa non potrebbe essere la banca ma il suo Governo che, per ottenere i fondi, dovrebbe presentare contestualmente un credibile programma per la sua ristrutturazione.
Tutto è pronto, dunque, per far fronte a eventuali emergenze. Anche se la concordia sui dati da pubblicare tra i 27 non è di ferro. Per esempio ieri la francese Christiane Lagarde ha dichiarato che deciderà «all'ultimo se rendere nota l'esposizione sui debiti sovrani». La Germania, ha detto invece Schauble, è favorevole. Spagna e Gran Bretagna sono alleate sulla linea della massima trasparenza.
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I PUNTI CHIAVE
1 - La tempistica delle prove Il prossimo 23 luglio saranno resi noti per ogni gruppo bancario i dati consolidati delle prove di resistenza sotto shock, compresi quelli relativi alla loro esposizione sul fronte dei debiti sovrani. Quindici giorni dopo arriveranno anche quelli de-consolidati, che riguarderanno le controllate stabilite in paesi diversi dalla casa-madre e avverranno su iniziativa delle autorità di vigilanza del paese che le ospita

2 - I passi per i gruppi in difficoltà Prima di tutto l'istituto in difficoltà dovrebbe rivolgersi agli azionisti o al mercato per ricapitalizzarsi. Se questo fosse insufficiente, dovrebbe allora ricorrere al puntello dei governi o attraverso i fondi di stabilizzazione nazionali oppure attraverso aiuti pubblici classici. Se anche questo secondo passo non bastasse, entrerebbero in gioco gli strumenti di stabilizzazione europei: in particolare la Efsf, la neonata Facility europea per la stabilizzazione finanziaria da 440 miliardi di euro.


3 - I «distinguo» dei vari paesi La pubblicazione degli stress test è tuttavia ancora oggetto di dibattito all'interno dei governi europei. Parigi avrebbe sollevato un problema sulla pubblicazione delle esposizione delle banche al rischio sul debito sovrano e avanzato delle perplessità ad avere un parametro armonizzato sul Tier 1. La Germania sosterrebbe a questo punto la necessità di pubblicare i dati sull'esposizione al rischio del debito sovrano. Il ministro belga Reynders ha detto invece a chiare lettere che tali dati saranno pubblicati «senz'altro».

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