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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2010 alle ore 17:15.
Bollicine made in Portofino. Dopo la cantina aperta in fondo al mare al largo del
celebre borgo marinaro, presto potrebbe anche il Monte di Portofino potrebbe diventare una realtà vitivinicola di eccellenza e lanciare l'etichetta di un prestigioso spumante
brut. Lo ha annunciato nel pomeriggio a Riva Trigoso l'imprenditore Piero Lugano, titolare delle Cantine Bisson di Chiavari, nel corso della consegna, nell'ambito della sagra del Bagnun, al presidente della Regione Liguria Claudio Burlando della prima
delle 6500 bottiglie invecchiate per un anno nei fondali portofinesi.
L'imprenditore ha affermato di avere già avviato trattative per l'acquisto di terreni dell'area parco. E dalla Regione Liguria, dallo stesso presidente Burlando, è arrivata la piena disponibilità a venire incontro e a semplificare il percorso del viticoltore anche presso il Ministero delle Politiche agricole cui spettano le decisioni finali sulle eccellenze
vinicole del territorio. «Sul monte di Portofino già si produce olio, credo che
anche la vigna possa avere lo spazio che si merita, in tempi di crisi in cui bisogna valorizzare, oltre che i parchi, anche i nostri prodotti di qualità», ha detto Burlando.
Lugano lo scorso 30 giugno ha ripescato in mare a Portofino, in località Cala degli inglesi, le prime 6.500 bottiglie dello spumante Abissi, prodotto da una azienda agricola della riviera ligure che ha realizzato l'inedita operazione per invecchiare al meglio il vino. L'azienda vinicola Bisson di Chiavari ha infatti deciso di fare maturare a settanta metri di profondità per un anno il prodotto. Le operazioni di recupero della prima metà delle bottiglie sottoposte all'inusuale trattamento si sono svolte senza problemi ed ora il vino dovrà completare il processo di spumantizzazione, prima di essere pronto per il commercio, a Natale. Il prezzo della bottiglia non è stato fissato e dovrà assorbire il maggior costo per il trattamento in mare, una necessità, spiegano da Chiavari, legata all'assenza di grotte dove poter tenere lo champagne. Dalla Liguria ricordano anche il caso dello champagne francese Chrystal anch'esso depositato in fondo al mare, ma non durante il processo di lavorazione bensì già imbottigliato per dare alle bottiglie stesse un'aria più vissuta.