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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2010 alle ore 15:53.
«Più di 27 mila pozzi di gas e petrolio abbandonati sono in agguato nella roccia compatta sotto il Golfo del Messico, un campo minato ambientale che é stato ignorato per decenni». Al Gore, il più noto attivista climatico al mondo, premio Nobel per la pace e premio Oscar, lancia l'allarme dal suo blog, citando notizie diffuse dalle agenzie proprio nei giorni in cui la Bp annuncia che il nuovo tappo a ciò che rimane della piattaforma deepwater horizon «tiene». «This is incredible», taglia corto Gore nel suo blog. Il fatto è che «nessuno - stigmatizza l'ex vicepresidente Usa commentando le notizie di stampa - né l'industria né il governo sta verificando» se i vecchi pozzi «stiano perdendo» petrolio.
Tra i 27mila pozzi in agguato «i più vecchi vennero abbandonati alla fine degli anni 40, il che fa crescere l'ipotesi che molti dei sistemi usati per sigillare i pozzi stiano già cedendo», rileva Gore. Segnalando che le indagini giornalistiche svolte «sollevano la specifica preoccupazione su 3.500 pozzi trascurati, quelli riportati nei registri del governo federale come «temporaneamente abbandonati». Le norme per questi pozzi prevedono che le compagnie petrolifere presentino dei piani per riusarli o per tapparli permanentemente entro un anno dalla cessazione dello sfruttamento, scrive Gore nel suo blog, ma l'indagine giornalistica «ha scoperto che la regola viene regolarmente elusa, e che più di mille pozzi indugiano in una condizione temporanea per più di un decennio».
«Circa tre quarti dei pozzi temporaneamente abbandonati sono stati lasciati in questo stato per più di un anno, e molti addirittura dagli anni 50 e 60 - scrive Al Gore nel suo blog, citando le recenti inchieste giornalistiche sul caso della marea nera del Golfo del Messico - anche se le procedure per sigillare i pozzi per un temporaneo abbandono non sono stringenti come quelle per la chiusura permanente». Si tratta, quindi, di 27mila potenziali catastrofi ambientali che aspettano di accadere - conclude Gore - dobbiamo agire ora, non solo per rendere i pozzi sicuri, ma anche per superare i combustibili fossili, così che non ci sia più bisogno di perforare nuovi pozzi».