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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2010 alle ore 08:01.
Un crack da mezzo miliardo per il turismo organizzato.
La storia si ripete nel periodo clou delle vacanze. Nel bel mezzo dell'alta stagione estiva e a distanza di un anno dai crack del tour operator online Todomondo e del vettore Myair, il turista è nuovamente alle prese con l'ennesimo caso di fallimento. Con il flop del Gruppo Ventaglio (150 milioni di euro i soli debiti di natura commerciale) il turismo organizzato in Italia lascia un buco stimato attorno al mezzo miliardo di euro. Criticità finanziarie, gestioni aziendali poco efficienti, associate ad una fase di crisi economica che pesa sul turismo da almeno un triennio hanno mietuto diverse vittime nel settore del tour operating e lasciato a piedi migliaia di passeggeri. La storia di Todomondo è quella che più di ogni altra ha avuto ampia visibilità mediatica. Ad aprile 2009 la famiglia Scotti cede il 70% del capitale sociale al fondo Industrial Assets Spa, ma già a luglio Alessandro Scotti, che conservava la carica di amministratore delegato, viene revocato dal suo incarico, mentre dopo una fase di ricognizione sulla situazione finanziaria ed economico-patrimoniale dell'azienda vengono sospese prenotazioni e partenze, causando grave danno ai clienti che avevano prenotato e pagato online la loro vacanza. A fine luglio il sito viene messo sotto sequestro dalla Polizia e il fallimento è vicino, con un buco da 15 milioni di euro, secondo le carte processuali. Intanto un'altra azienda di famiglia, la Teorema Tour, subisce un declino analogo e altrettanto repentino. Mai così veloce e inaspettato come il crollo di Et Holding-Eurotravel, le cui avvisaglie di crisi si palesano concretamente nel pieno della stagione estiva scorsa con cambi di prenotazioni e sospensione di programmazioni in corso. Per la società dei fratelli Benin la dichiarazione di fallimento arriva ad aprile di quest'anno, dopo il no al concordato preventivo, accompagnata da un passivo di oltre 125 milioni di euro e dal rammarico dei fondatori per non essere riusciti a salvaguardare l'azienda e gli interessi dei creditori. La crisi non ha risparmiato altre realtà più piccole come il tour operator Agamare specializzato nel Nord Europa o la Trafalgar srl, già Rallo Worldwide con 30 anni di storia, che nel frattempo ha affittato il ramo d'azienda alla Travel For Passion Spa, tuttora operativa. Non è indenne dai fallimenti né il settore aereo né quello distributivo, tanto è vero che la dichiarazione di fallimento per Myair (con 96 milioni di passivo) arriva nel febbraio scorso e quella della rete di agenzie di viaggi Buon Viaggio a metà aprile 2010. Per non parlare dell'altro nodo irrisolto della Cit, passata al Gruppo Soglia e mai rilanciata. Per il Gruppo Ventaglio, fondato da Bruno Colombo, il declino è più lento ma altrettanto inesorabile, con frequenti colpi di scena e diversi cavalieri bianchi a guisa di possibili salvatori. Ora la dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale di Milano complica anche l'esito del concordato Columbus, la cui omologa non sembra più percorribile. Nel frattempo la società Best Tours Spa (85% del Gruppo Ventaglio) precisa in una nota di non essere coinvolta «né nella procedura concorsuale riguardante I Viaggi del Ventaglio in liquidazione né in alcuna altra procedura concorsuale, essendo il rapporto con la capogruppo limitato alla quota di proprietà» e rassicura sul fatto che la sua attività «procede regolarmente e senza interruzioni, con mezzi tecnici e finanziari propri».