Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2010 alle ore 08:01.
MILANO
Su Viaggi del Ventaglio pende l'ipotesi di un'inchiesta per bancarotta. Dopo il fallimento, una nuova tegola rischia di abbattersi sulla storica compagnia turistica, travolta dal crack dopo 34 anni di attività. Fonti vicine ad ambienti legali ieri hanno fatto sapere che si va verso l'apertura di un'indagine penale della magistratura milanese sul crack del gruppo fondato da Bruno Colombo. Il passo non è automatico, ma si ritiene possa essere altamente probabile.
Intanto già ci sono le prime conseguenze del crack della IVV: Columbus, una delle più grosse società del gruppo, viene trascinata nel dissesto. Columbus era entrata in concordato ma il crack di Ventaglio fa venir meno i presupposti della procedura, rimettendo in discussione le sorti dell'azienda e quelle di 150 lavoratori (da dicembre in cassa integrazione). Una rassicurazione, invece, è arrivata da Best Tours: la compagnia, anch'essa di proprietà del gruppo Ventaglio, non è stata mai coinvolta nella procedura di concordato e le sue attività di tour operating e i rapporti commerciali con tutti i suoi fornitori sono continuati regolarmente e senza interruzioni, «così come le vendite dei pacchetti turistici, organizzati dalla stessa con mezzi tecnici, organizzativi e finanziari propri» ha fatto sapere l'azienda.
Un'eventuale inchiesta dei magistrati potrebbe anche sconfinare nell'ipotesi di bancarotta fraudolenta (una delle fattispecie previste dal codice): negli ultimi anni Ventaglio ha fatto una girandola di operazioni finanziarie, tra vendite di asset, aumenti di capitale e ricerca di nuovi soci. Dal 2005 a oggi sono stati venduti complessi immobiliari turistici di grosso valore (il Playa Maroma in Messico e il Gran Dominicus a Santo Domingo per circa 100 milioni di valore); le divisioni Venta Club e Ventaglio Resorts Real Estate (multiproprietà) e infine la compagnia aerea charter Livingston (ceduta alla cordata LM). Tutte dismissioni fatte per racimolare liquidità ed evitare il dissesto, ma ora, alla luce della decisione del Tribunale di mandare in fallimento la società, i magistrati potrebbero essere indotti a verificare che non ci siano state spoliazioni di risorse che possano aver portato al dissesto.