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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2010 alle ore 20:16.
Duplice attentato suicida questa mattina in Iraq, contro gli uomini della milizia sunnita filogovernativa: 48 morti e 46 feriti è il bilancio dei due attacchi avvenuti nella periferia sudoccidentale di Baghdad e a Qaim, 340 chilometri a ovest della capitale, vicino alla frontiera siriana. L'attacco più sanguinoso è quello avvenuto a Baghdad dove un kamikaze ha fatto strage facendosi esplodere davanti ad una base militare nel distretto sunnita di Radwaniya, dove gli uomini della milizia Sahwa erano in fila ad attendere la paga. Nell'esplosione sono morte 43 persone e 40 sono rimaste ferite.
Si tratta dell'attacco più grave dal 10 maggio, quando quattro autobomba avevano ucciso 53 persone. «C'erano oltre 85 persone disposte su tre file davanti al cancello principale della base militare - ha raccontato una delle persone rimaste ferite - Un uomo si è avvicinato e quando un soldato ha cercato di fermarlo, si è fatto esplodere. Ho perso conoscenza e mi sono risvegliato all'ospedale». Quasi tutte le vittime sono miliziani Sahwa, combattenti sunniti un tempo alleati con al Qaida, ma poi passati ad aiutare le forze Usa e irachene nella guerra contro il terrorismo. Un leader locale non ha escluso che l'attentatore di Baghdad possa provenire dall'interno dello stesso movimento degli Sahwa, che è lacerato da divisioni tra clan. La stessa milizia è stata oggetto due ore dopo anche di un altro attacco suicida a Qaim, 340 chilometri a ovest di Baghdad vicino alla frontiera siriana, dove un lamikaze si è fatto esplodere davanti alla sede del movimento con un bilancio di tre morti - due miliziani ed un agente - e di sei feriti. (ANSA-REUTERS-AFP)