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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2010 alle ore 20:04.
Il governo non cede e blinda la manovra correttiva alla vigilia dell'iter alla Camera ma annuncia di essere pronto a un «patto con le Regioni» per stabilire «modalità e contenuti» dei tagli, che solo in un biennio superano gli otto miliardi. «Fissati i saldi - spiega il ministro agli Affari Regionali Raffaele Fitto - il nostro obiettivo è definire un percorso che nei prossimi mesi possa aiutare a modulare la sforbiciata».
«Le Regioni hanno sempre chiesto il dialogo con il governo. Bene dunque che ora il governo apra al dialogo con noi»: il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha commentato così la proposta di un patto con le Regioni sui tagli della manovra lanciata oggi dal ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto.
«Le nostre richieste - ha ribadito Formigoni - sono note: realizzazione del federalismo fiscale secondo le norme previste dalla legge 42 e ridiscussione dei tagli previsti nella manovra, che devono essere disegnati in modo diverso». Secondo Formigoni, «l'apertura rapida di questo tavolo regioni-governo e il contestuale avvio della commissione sugli sprechi della pubblica amministrazione concordato con il presidente del Consiglio, possono segnare l'avvio di una nuova e positiva fase istituzionale».