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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2010 alle ore 15:23.
Sarà il nuovo Csm a occuparsi dei presunti condizionamenti esercitati su alcuni consiglieri per favorire la nomina del presidente della Corte d'appello di Milano, Alfonso Marra, come emerge dall'inchiesta sulla nuova P3. Il monito arriva dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che risponde così, in una lettera inviata oggi al vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, alla richiesta avanzata la scorsa settimana da alcuni componenti dell'organo di autogoverno della magistratura.
Mercoledì scorso, in occasione dell'assemblea plenaria del Csm, alcuni consiglieri togati avevano infatti chiesto l'apertura di un dibattito sulla questione morale. Ma il vicepresidente aveva negato l'autorizzazione e inoltrato la richiesta al capo dello Stato che presiede di diritto il Csm e ne fissa l'odg.«A parte la seria preoccupazione, che é lecito mantenere, di non interferire in tali indagini - scrive Napolitano -ritengo da un lato che il tema non possa essere affrontato in termini "generali e propositivi" con la necessaria ponderazione nel momento terminale di questa consiliatura - mentre é corretto lasciare alla prossima le appropriate decisioni in merito». Il presidente della Repubblica ha poi sottolineato che «si deve essere bene attenti a non gettare in alcun modo ombre sui comportamenti di quei consiglieri che ebbero a pronunciarsi liberamente, al di fuori di ogni condizionamento, su quella proposta di nomina concorrendo alla sua approvazione».
Napolitano è poi tornato sul nodo caldo del rinnovo del Csm e sull'impasse che sta caratterizzando la designazione dei membri laici. «Nell'imminenza di una nuova seduta del parlamento a Camere riunite per l'elezione dei membri laici del Csm, rinnovo un vivo appello a tutti i gruppi parlamentari a definire senza ulteriore indugio le intese necessarie perchè le prossime votazioni vadano a buon fine». La situazione è in stallo e la scorsa settimana il Parlamento in seduta comune non ha raggiunto il numero legale richiesto per eleggere i componenti non togati del Consiglio, che scadrà alla fine di luglio.
Decorsa la scadenza, sarà necessaria una prorogatio del Csm e ciò malgrado i magistrati abbiano già eletto i loro 16 rappresentanti. E nonostante un primo appello, consegnato con una lettera ai presidenti delle Camere, del capo dello Stato. Alla vigilia della terza fumata nera, la scorsa settimana, Giorgio Napolitano aveva infatti ritenuto «indispensabile investire i gruppi parlamentari della responsabilità di una rapida ricerca di soluzioni concordate che rendano concreta la prospettiva di un risultato utile» per l'elezione.