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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2010 alle ore 08:00.
Nel 1829 John Stuart Mill segnò un grande progresso intellettuale escogitando il modo per combattere quelle che lui chiamava «eccedenze generali»: il filosofo inglese vedeva che un enorme eccesso di domanda di certe attività finanziarie causava un enorme eccesso di offerta di beni e servizi, e che alleggerendo l'eccesso di domanda nella finanza si sarebbe riusciti a risolvere l'eccesso di offerta di manodopera.
Quando il governo alleggerisce un eccesso di domanda di denaro liquido stampando moneta e scambiandola con titoli di stato, parliamo di politica monetaria espansiva. Quando il governo alleggerisce un eccesso di domanda di obbligazioni emettendo un maggior numero di buoni del Tesoro e li vende per finanziare i propri acquisti di beni e servizi, parliamo di politica di bilancio espansiva. E quando il governo stampa più moneta ed emette più titoli di stato e li scambia con attività finanziarie private di rischio, o garantisce attività private accrescendo l'offerta di obbligazioni di alta qualità e riducendo l'offerta di obbligazioni di bassa qualità, parliamo di politica bancaria.
Ma che cosa succede quando un governo emette una quantità di titoli di stato superiore a quello che secondo i mercati potrà coprire con futuri aumenti delle tasse? O quando il debito pubblico di uno stato non è più considerato sicuro? In questo caso, le politiche di espansione monetaria o di bilancio, o gli swap e le garanzie su attività del settore bancario, non vanno più a ingrossare, bensì a ridurre l'offerta di beni sicuri, e i titoli di stato finiscono nella categoria delle attività di rischio. È avvenuto in Austria nel 1931, nell'Asia orientale nel 1997-1998 e in Grecia in questi giorni. In un caso del genere la politica migliore per un governo non è l'espansione, ma l'austerità, per ripristinare la fiducia nell'affidabilità dei titoli pubblici.
Qui sta il punto cruciale: la Grecia, l'Irlanda, la Spagna, il Portogallo e l'Italia devono applicare politiche di austerità. Ma la Germania, la Gran Bretagna, l'America e il Giappone no. La cosa migliore che questi paesi possono fare per alleviare la depressione globale è impegnarsi in un'espansione globale coordinata. Servono politiche espansive di bilancio, monetarie e bancarie, e tutte su scala gigantesca. Ma, obiettano i fautori del "lacrime e sangue", come si fa a capire quando siamo arrivati al limite dell'espansione?