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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2010 alle ore 10:28.
È proprio vero che viviamo in un'epoca di illusione di massa, dove molti credono a qualunque cosa gli venga detta senza pretendere uno straccio di prova a supporto.
Ecco un altro esempio: la storia (che campeggia in tutti i mezzi di informazione) secondo cui le imprese americane non investirebbero perché sono preoccupate per le politiche che adotterà il Governo in futuro, e tengono una montagna di liquidità inoperosa nei loro forzieri.
Ma c'è qualche dato che suggerisca l'esistenza di un legame fra il basso tasso di investimenti e i timori per quello che farà lo Stato? Neanche uno.
Gli investimenti aziendali in realtà seguono lo stato dell'economia, con una correlazione sorprendentemente stretta. E peraltro i dati correnti dell'Ufficio di analisi economica degli Stati Uniti e dell'Ufficio bilancio del Congresso mostrano che è vero che gli investimenti aziendali sono diminuiti dal 2008 a oggi, ma meno di quanto ci si sarebbe potuto aspettare, considerando la recessione.
Ma invece di evocare teorie del complotto per spiegare perché le imprese sono reticenti a spendere (la teoria che Obama in realtà sia un socialista è molto popolare in certi ambienti, qui in America), prendiamo in considerazione un'alternativa molto più prosaica: l'eccesso di capacità produttiva. Perché costruire nuove strutture e comprare nuovi macchinari se non si stanno utilizzando quelli che già si possiedono?
Secondo i dati raccolti dalla Torto Wheaton Research e pubblicati online questo mese dalla Federal Reserve di San Francisco, le strutture inutilizzate nel commercio al dettaglio ammontano a circa il 13 per cento, il 4 per cento in più rispetto al 2008, e nell'industria al 14 per cento circa, più o meno il 5 per cento in più. Le strutture normalmente rappresentano un terzo degli investimenti aziendali, ma non ci sono molti motivi per costruire strutture nuove in questo momento. Sono certo che i dati sull'utilizzo delle attrezzature mostreranno tendenze analoghe.
Di questi tempi è difficile raggiungere un consenso unanime su qualunque cosa, ma c'è un elemento su cui tutti sembrano concordare: se solo si riuscisse a convincere le imprese a spendere una parte di questa liquidità, l'occupazione ripartirebbe. Ma se è così, logica vuole che se il Governo degli Stati Uniti prendesse in prestito una parte di questa liquidità che le imprese non spendono, e la spendesse magari per finanziare opere pubbliche, anche in questo modo si creerebbe occupazione.